Incipit: parliamone

L’incipit di un libro è come un biglietto da visita, come la hall di un albergo, come la foto profilo di facebook. Parliamone.

L’incipit di una storia è insieme la parte più importante per un lettore (a volte bastano davvero poche righe per decidere la sorte di un libro), e la più terrificante per lo scrittore (a volte bastano davvero poche righe ecc ecc).

Auguste Le Breton, pseudonimo di Auguste Montfort, scrittore francese del ‘900 ha scritto:

Cominciare una storia dalla nascita del protagonista è l’attacco più logico e immediato. E anche il più semplice.

Nascita in che senso?

Per nascita si intende il momento in cui il personaggio si affaccia nel mondo reale, passando da idea astratta a protagonista. Nel mio primo romanzo l’incipit parte dalla nascita di Marta la mattina del suo ventunesimo compleanno. Quello è il momento in cui l’ho immaginata. È già una donna, anagraficamente, ma ha ancora tanti legami con la sua adolescenza e con il suo essere figlia. Ho immaginato che spesso non ci rendiamo conto di quante cose si possono fare o possono succedere in una sola giornata, in 24 ore. Sprechiamo i giorni come se ne avessimo infiniti, mentre i nostri giorni sono un numero ben definito, e non sapendo né quanti ne abbiamo né quanti ce ne restano, dovremmo stare attenti a come li utilizziamo.

Ne Il mestiere di scrivere (scrissi del libro e dello scrittore un po’ di tempo fa) lo scrittore Raymond Carver scrive:

Comincio con la prima riga. In genere è quella prima riga a saltarmi in mente, e tutto il resto di norma è soggetto a cambiare, tranne la prima riga, che solitamente resta uguale. E non so dire da dove venga quella prima riga. A volte nasce da un’immagine, da qualcosa che ho in testa, o semplicemente da una frase che mi svolazza nel cervello. E quella finisce sulla pagina.

La mia prima riga

È esattamente quello che è successo a me. Ho immaginato Marta svegliarsi nel suo letto, nella sua cameretta, nella casa che ancora condivide con i suoi genitori e anche se è il suo compleanno nessuno sembra essersene ricordato. Quell’immagine mi ha inseguita e tormentata finché non l’ho messa su carta. E intorno a quell’immagine, a quella sensazione, a quell’incipit ho costruito il resto della storia. La storia ha modificato spesso corso, si è arricchita di personaggi e situazioni, ha avuto svolte improvvise attraverso interi capitoli buttati e poi riscritti, ma l’immagine di Marta che si sveglia nel suo letto, nella sua cameretta, nella casa che ancora condivide con i suoi genitori, nel giorno del suo compleanno non l’ho mai cambiata.

Quasi tutti i miei racconti cominciano piuttosto vicino alla fine dell’arco del conflitto drammatico. Non fornisco tanti dettagli su quello che è successo prima. Semplicemente, comincio abbastanza vicino alla fine dello sviluppo dell’azione.

Ho imparato la lezione

Anche questo è un espediente che ho utilizzato. Di tutta la vita di Marta uso solo le sue ultime 24 ore per raccontare i ventuno anni precedenti e la vita che verrà.

Vi ho incuriosito? Ecco il link per poter pre-ordinare il mio primo romanzo Una giornata inaspettata (oppure clicca sulla foto di seguito)

Foto di Peter Olexa da Pexels

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7 commenti su “Incipit: parliamone

  1. Personalmente credo che l’incipit sia forse una delle cose dove più volte ci torni e ritorni perchè la prima scrittura forse è grezza e buttata lì con istinto giusto per iniziare. – Amalia

  2. Paradossalmente quando ho scritto i miei libri l’incipit è la cosa che da sempre mi è venuta più semplice scrivere, ma hai ragione… è fondamentale. Spesso dallo stesso si decide se continuare la lettura o meno!

  3. Non mi hai solo incuriosita, cara la mia Marlene. Ad ogni post le aspettative si alzano sempre più- Non vedo l’ora di leggerlo.

  4. Hai ragione io leggo l’incipit e da quello decido se voglio leggere quel libro oppure no, è importantissimo se non è fatto bene farà scartare il libro.

  5. Mi piace molto che tu introduca e sviluppi la vita intera di Marta nell’arco di una giornata. Un bel modo per attirare e incuriosire il lettore.

  6. Mi hai incuriosita e ti dirò non tutti sono bravi con l’incipit a farci capire l’inizio di una storia davvero interessante.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

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