Questo Luglio ha portato con sé un nuovo inizio: cosa succede adesso?
La mia responsabile è andata in pensione.
È stata il pilastro a cui aggrapparmi nei momenti di difficoltà.
Il faro da seguire in tempesta.
La spiaggia su cui stendermi e riposarmi.
A volte la catena corta che mi impediva di spiccare il volo.
Insomma: ho giocato le mie carte e adesso che lei si gode la pensione ho un ruolo tutto mio.
Dieci anni fa ho visto questo film Star Sytem: se non ci sei non esisti: uno di quei film dalla trama leggera, buono per quando si è stanche, in pigiama, si ha voglia di un film, un film non troppo scadente, ma divertente e che faccia pensare poco. E poi invece si scopre che è un film leggero, ma che senza tante pretese, lascia qualche spunto di riflessione
Ma vengo al punto: cosa hanno in comune il cambiamento del mio ruolo lavorativo e un film visto dieci anni fa?
Il protagonista, un giornalista inglese, un po’ sfigato diciamocelo, vola a New York per lavorare in una prestigiosa rivista, e all’inizio il suo essere imbranato genera quel tipo di isolamento tipico dei colleghi in un posto di lavoro, che non conoscendolo bene lo evitano e lo deridono. Per vendicarsi, organizza scherzi feroci ai danni dei colleghi, attirando le ire del direttore. Finché il direttore lo chiama nel suo ufficio e gli dice una cosa tipo “ma la vuoi smettere di fare il cretino? ti comporti come quei ragazzini rancorosi perché non vengono invitati alle feste, ma lo capisci che sei alla festa?”
E poi accade.
Tutto quello che ha sempre sognato diventa realtà. Da sfigato e imbranato si trasforma nel giornalista più cool e ricercato della città. Ma come ha ricordato anche il grande maestro dell’horror, sua maestà King: attenzione a quello che si desidera. Perché spesso sogniamo quello che in realtà non conosciamo, e quando i sogni diventano realtà, non è detto che la realtà sia esattamente come l’avevamo immaginata.
Quindi? cosa succede adesso?
Succede che il nuovo ruolo è la cosa per cui ho studiato e lavorato e sudato.
Un ruolo per cui ancora studio e ancora lavoro e ancora butto il sangue sui libri.
Ma un conto è farlo con la mediazione di una persona con millemila capacità e risorse. Un conto sarà farlo in prima persona, senza mediazione e senza rete di sicurezza, contando solo su me stessa.
Me lo raccontano la mia casella di posta elettronica che esplode di messaggi come non era mai successo e la sensazione di confusione e di smarrimento che provo nei confronti delle richieste arrivate.
So anche che mi sento così perché sono incapace di vivere serenamente i cambiamenti. Sono una che adora la routine, la pianificazione, che detesta agire con troppa rapidità, a cui non dire mai di fare le cose in fretta, precisa e puntigliosa e meticolosa fino all’ossessione. E perfezionista.
Poi penso a tutta la strada che ho fatto e so che anche questa volta, diradata la nebbia, marcerò spedita al traguardo.
Tranquilli. Non mi sento arrivata. Sento di essere su una rampa di lancio, pronta per un nuovo, bellissimo e incasinatissimo viaggio.
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Mi viene in mente il modo di dire della bicicletta: a volte la si desidera, ma quando arriva ci si accorge che pedalare effettivamente è bellissimo, ma anche faticoso. Ti capisco bene… mi piace quando scrivi che sei su una rampa di lancio! Perchè le bici, sulle rampe, fanno dei salti emozionanti che quasi volano! In bocca al lupo per i tuoi progetti!
Non ci conosciamo Irene, ma grazie davvero per queste belle parole. In effetti spero proprio di riuscire a farmi prendere dall’euforia e di fare delle belle evoluzioni, e delle belle figure, per continuare a pedalare con serenità.
anche io come te non vivo bene i cambiamenti, ma riconosco che sono fondamentali ed importanti
Innanzitutto, auguri per questa nuova fase della tua vita e del tuo lavoro! io in realtà sono un po’ l’opposto di te, amo le novità e i cambiamenti. Per questo cito sempre volentieri una famosa pubblicità: “I cambiamenti portano sempre qualcosa di buono”. Quindi, vento in poppa e via!
Sai Nicoletta sono anche molto migliorata negli anni. Prima i cambiamenti mi paralizzavano e tiravano fuori il peggio di me. Ora soffro, ma da sola. Me lo dico allo specchio che ho paura, ma fuori sono la calma fatta persona.
Beh, sembra una cosa buona!
Mi hai messo un pó d’ansia, perché empaticamente mi sono messa nei tuoi panni e ho sentito tutto. Ma, ripeto, e ripeto a me stessa, ahah, è una cosa buona no?
Daje! In bocca al lupo!
Daiana mi è sebrato di sentire la tua voce, con l’accento romano che diceva “daje” e ho capito che, nonostante l’ansia, le pippe mentali e le paranoie, ce la posso[iamo] fare. Grazie.
Bellissimo post. Hai dato voce a molti miei sentimenti, ma prima li hai messi in ordine. Non ho ALCUN suggerimento da darti, io verso in uno stato instabile tra esaltazione creativa e stasi terrorizzata…la mia rampa di lancio a volte mi fa tanta, troppa paura…ma so che supererò anche questo. Grazie Marlene, di cuore
Cara Elena, abbiamo tante cose in comune e presto, ne sono certa, saremo sedute davanti ad un aperitivo frizzante a parlarne.
Tantissimi auguri e complimenti per il traguardo raggiunto. I posti motivazionali danno sempre una marcia e carica in più per nuovi e prossimi progetti in arrivo.
Comprendo molto bene il tuo stato d’animo attuale e mi ritrovo in molte tue riflessioni che vivo personalmente in alcune fasi della vita. Il cambiamento mi turba al solo pensiero ma penso che sia di stimolo a dare di più e ad accettare nuove sfide.