Siamo quello che scegliamo. Fidati

scritta luminosa "we are all made of stories"

Per gli indigeni ojibway la parola adizokan significa sia “storia” sia “spirito”. In effetti, storia e spirito sono la stessa cosa. Tutto ha uno spirito e tutto ha una storia; non solo le persone, ma anche gli animali, gli alberi, i laghi, i fiumi e le rocce.

Non condivido più l’idea del qui e ora. Non riesco a condividere i guru dell’autoaiuto che ci consigliano di vivere incessantemente nel presente, di eliminare ogni consapevolezza del passato e del futuro per concentrarci sull’eterno adesso. Capisco l’importanza di fare questo esercizio di tanto in tanto. E l’ho fatto. Ci ho provato, ed è stato rigenerante. Ma sarebbe sciocco non pensare mai a ieri e a domani.

Pensare a ieri aiuta a capire che quello che siamo oggi è la conseguenza non solo delle esperienza vissute, ma di come abbiamo scelto di affrontarle. E non parlo dell’inutile quanto stupido esercizio del “se avessi”.
Se avessi detto quella cosa. Se non avessi detto quella cosa. Se avessi fatto una scelta diversa.
Parlo proprio dell’esercizio di capire che quelle scelte, fatte in quel momento, con l’esperienza coltivata fino a quel momento, hanno prodotto il futuro, hanno tracciato la strada.

Se pensare al domani è stato per lungo tempo solo fonte di ansia e di irrequietudine. Se per troppo tempo pensare a domani ha generato solo preoccupazione e angoscia. Se abbiamo incasellato il domani in cose da fare, scelte da prendere, programmi da rispettare, caricando così di aspettative il domani che se solo una delle cose prefissate non va esattamente come immaginato, si va in panico. Quasi in paranoia. Un domani in cui la parola imprevisto non è contemplata, la soluzione non è non pensarci.

Ho capito invece che dobbiamo valutare come evolveranno le situazioni sulla base della nostra esperienza (ieri) e di proiezioni future (domani). Sarebbe deprimente spogliarci della ricca storia in cui siamo radicati.

Personalmente ci sono poche cose che salverei del passato. Sicuramente la consapevolezza di aver spinto sempre l’acceleratore al massimo, senza nessuna paura delle conseguenze, e la certezza che per qualche strano incastro del destino non mi è mai successo niente di male. O di brutto. O di irreparabile.
Segno che probabilmente il mio istinto di conservazione e le mie intuizioni sono molto forti, e posso fidarmi di loro.

Uno dei passaggi più suggestivi del romanzo di J. R. R. Tolkien Il ritorno del re parla della guerriera Éowyn:
“Poi il cuore di Éowyn cambiò, oppure alla fine comprese. E improvvisamente il suo inverno passò e il sole brillò su di lei”
Per il mio futuro vorrei approfondire alcuni segreti del mio cuore, cuore chiuso a doppia mandata e con la chiave persa chissà in quale avventura andata a male. Sono sicura che se riuscissi ad entrare di nuovo in contatto con il mio cuore, e la parte più romantica di me, come per Éowyn il sole splenderà su di me con eccezionale brillantezza.

Per ora continuo a tenere aperto l’ombrello.

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Photo by S O C I A L . C U T on Unsplash

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