Io telelavoro: un libro sull’importanza della conciliazione vita-lavoro

presentazione libro

È destino che io non abbia foto di cui andare fiera nemmeno quando sono la protagonista dell’evento.
Alla Scuderia di Bologna, mercoledì 6 marzo, ho raccontato della mia esperienza di telelavoratrice in una Pubblica Amministrazione. Sono stata una delle prima ad accedere a questo tipo di modalità di lavoro nel 2013, e da allora l’azienda di strada ne ha fatta tanta.
Il libro, scritto in collaborazione con tutti i colleghi dell’Azienda, ed il Prof. Emerito Guido Sarchielli – docente di psicologia Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, è la testimonianza che se si vuole, il cambiamento di un certo stile di lavoro, è possibile.
Poterne parlare di fronte ad un pubblico interessato e partecipativo è stato il coronamento di un percorso faticoso, impegnativo, ma pieno di soddisfazioni.

La parola telelavoro evoca scenari idilliaci, oserei dire bucolici, di giornate al PC passati in pigiama e ciabatte, al massimo in tuta per poter aprire al corriere Amazon in condizioni più accettabili.
E invece se si preferisce il telelavoro ad una tranquilla routine di ufficio normalmente è perché si hanno almeno altre 3 cose da fare in più, che abbattendo i tempi di trasporto casa/luogo di lavoro, possono essere svolte abbassando i livelli di ansia da prestazione:

  • accompagnare e recuperare il figlio (o i figli, a seconda di quanto l’istinto materno è presente) da scuola senza catapultarli fuori dalla macchina al grido del Bianconiglio: PRESTO CHE È TARDI fra parcheggi selvaggi e zigzag fra autovelox e pattuglie di vigili urbani
  • accudire un genitore malato. Cosa che nessuno si augura, ma che purtroppo accade
  • o peggio: prendersi cura di se stessi se si viene colpiti da qualche malattia.

Questo l’inizio della mia presentazione. Una domanda dal pubblico mi ha fatto concludere diversamente da quello che avevo previsto il mio discorso.
Ci ho tenuto a sottolineare che l’accudimento dei bambini, una delle motivazioni presenti nel modulo di richiesta per ottenere il telelavoro, non è un problema da risolvere.
Una distanza eccessiva è un problema da risolvere.
Una malattia da curare è un problema da risolvere.
La scelta di telelavorare per poter accudire meglio un bambino è un atto d’amore.
Nella scuola frequentata da mio figlio esiste il servizio di pre-scuola e di post-scuola.
La possibilità di poter lavorare da casa non è un’imposizione. È una scelta. Che non coinvolge esclusivamente le mamme, ma anche i papà.
In sei anni di telelavoro posso affermare senza ombra di dubbio che telelavorare ha aiutato prima di tutto me: a sentirmi una lavoratrice produttiva, oltre che una mamma presente.

Se avete voglia e curiosità di leggere il resto, il libro lo trovate su Amazon, oltre che nelle migliori librerie di Bologna.

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21 commenti su “Io telelavoro: un libro sull’importanza della conciliazione vita-lavoro

  1. Le tue parole sono molto belle, peccato che purtroppo la mentalità dell'”imprenditore” medio italiano non è quella del pubblico. O pensa che lo chiedi per poter lavorare di meno o che in un qualche modo lo vuoi”fregare”.
    E’ un nostro problema e ci dovremo evolvere, anche perché la maggior parte dei lavori oggi si potrebbero fare semplicemente con un pc e una connessione decente!
    Con tanto di riduzione di costi fissi, come uffici, utenze,….

    1. Sara dall’incontro di ieri sono emerse due caratteristiche importanti che hanno permesso alla sperimentazione del telelavoro in azienda di diventare una prassi consolidata: la lungimiranza della dirigenza e il rapporto di fiducia che lega i responsabili dei singoli settori ai propri lavoratori.
      Non ti nascondo che comunque ci siano ancora difficoltà e molta diffidenza, specialmente fra colleghi.

  2. Eppur si muove, lentamente ma si muove, almeno nel pubblico impiego. Prima o poi riusciremo a capire anche in Italia che se metti in condizioni il lavoratore di lavorare “meglio” rende di più.

  3. Io ho sempre frequentato pre scuola e post scuola quando ero alle elementari proprio perché i miei genitori non potevano lavorare da casa. In alcune situazioni, però, il telelavoro è davvero un’opzione fondamentale. Hai sollevato una questione davvero importante per il mondo del lavoro di oggi. Purtroppo non tutte le aziende, sia nel pubblico sia nel privato, approvano questo tipo di lavoro. Molti chiedono preventivamente se hai marito/fidanzato/figli o se hai intenzione di averne proprio per evitarsi “problemi” derivati da ciò. Questo però si chiama imparità di sesso.

    1. Erika a me è capitato anche di essere respinta dopo avermi colloquiata e selezionata perché in gravidanza. Ne ho raccontato nel post “Non è un paese per donne”. Per questo quello che fa l’azienda dove ho la fortuna di essere finita a lavorare è molto importante e va assolutamente pubblicizzato. Perché dimostra che si può fare.

  4. Grazie per aver condiviso la tua esperienza, è un tipo di lavoro che può facilitare un pochino la vita, concordo!

  5. Un libro che leggerò sicuramente, molto interessante, avendo tre figli il telelavoro farebbe proprio al caso mio, ci ho pensato molte volte….

  6. Avete colto nel segno con queste parole!!! Peccato che molti di questa sfera lavorativa siano ancora ben lontani da questo pensiero!!!!

  7. Questo libro deve essere interessantissimo visto tratta di un argomento importante! Terrò presente per il prossimo acquisto!

  8. E’ una tematica che mi riguarda particolarmente, mi piace la tua riflessione sull’immagine bucolica iniziale 😉

  9. molto importante riuscire ad unire le due cose, si vivrebbe molto più tranquillamente
    Alessandra

  10. Dovrebbero essere maggiori le offerte sul panorama lavorativo di questa tipologia di contratto. Importanti se si vuole agevolare soprattutto il lavoro femminile.

  11. un argomento molto interessante. Ti stimo veramente tanto perchè hai messo in atto quello che tante donne vorrebbero fare e non ne hanno il coraggio.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

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