Devo smetterla di cercare la felicità nello stesso posto in cui l’ho persa

Tutto quello che è accaduto appartiene a ieri, non mi guardo indietro.
La vita è adesso e la felicità è qui.
Marina Abramovič

So esattamente quando ho perso la capacità di essere felice.

Avete presente il film d’animazione Inside Out? Quando la protagonista Riley [undici anni] ad un certo punto urla che i suoi genitori l’hanno portata a San Franschifo? Ecco. Esattamente quello che ho provato quando mi sono accorta che il soggiorno in un paesino del sud non sarebbe finito con le vacanze estive. Che non sarei più tornata in quella che consideravo casa mia, dalle mie amiche, nella mia scuola, alle mie abitudini.

Per ogni cosa successa incolpavo quel maledetto momento.

Litigavo con un’amica? Era colpa di quel posto.

Mamma e papà litigavano? Era colpa di quel posto.

Le cose non funzionavano bene? Era sempre e solo colpa di quel paese maledetto.

Ho vissuto per più di dieci anni con la sola idea di scappare via. Lontano. Per non tornare mai più.

Due gli errori più grandi.

Ero così concentrata a dare la colpa ai miei genitori per quel cambiamento radicale, fatto in un’età in cui già per forza di cose si cambia, che ho dimenticato di calcolare la variabile del mio comportamento. Avrei potuto rendere la mia adolescenza meno triste e meno problematica.

In più ho mitizzato un luogo che in realtà ho smesso di conoscere nel momento stesso in cui l’ultimo scatolone è stato caricato nel camion traslochi. Ed insieme al luogo, ho mitizzato amicizie a cui ho continuato a scrivere per un decennio lettere piene di rimpianti e di nostalgia.

Avevo deciso di passare un fine settimana in quel paesello del nord che mi ha vista bambina. Ho accarezzato l’idea per circa tre mesi. Ma sono arrivata alla conclusione che devo smetterla di cercare la felicità nello stesso posto in cui l’ho persa. Ho già sprecato troppa vita a pensare a “come sarebbe stato se…”

Ha ragione Marina: la vita è adesso e la felicità è qui.

Ma forse lo canta anche Claudio Baglioni.

Smart

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4 commenti su “Devo smetterla di cercare la felicità nello stesso posto in cui l’ho persa

  1. Ciao Marlene,
    io invece ti esorto a tornarci in quel paesello del nord così potrai chiudere il cerchio e proseguire più serena nella tua vita.
    Leggendoti ho avuto un flashback. Ho una storia che somiglia alla tua con la differenza che invece di traslocare da una città ad un’altra io ho traslocato da un continente ad un altro. Ci sono ritornata dopo trent’anni nel paese dove sono nata, tra l’altro, ed è stato bellissimo. Dopodiché mi sono sentita in pace con me stessa e con i miei genitori che hanno sempre voluto il meglio per me e mia sorella anche se a me non sembrava proprio.
    Amina

    1. @Amisaba immagino che addirittura cambiare continente sia stato ancora più difficoltoso. Anche io pensavo di tornare per chiudere il cerchio e andare avanti. Ma poi sono arrivata alla conclusione che per me in quel paese non c’è più nulla. O forse è solo la paura di rimanerne delusa.

  2. Io continuo a ricordarmi di valutare la “variabile Giovy” in ogni cosa. Credo che i miei 40 anni mi abbiano portato proprio questa consapevolezza.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

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