Il Migliaccio è un dolce della tradizione carnevalesca avellinese. [Non napoletana.]
Ho imparato questa ricetta da mia nonna. A carnevale, più delle chiacchiere, è il dolce che a casa dura meno in assoluto.
Quest’anno ho voluto sperimentare: invece che una torta grande, ho creato tanti dolcetti.
Essendo intollerante al lattosio, ed evitando i dolci pre-confezionati o di pasticceria, posso festeggiare senza preoccuparmi di fastidiosi disturbi.
La ricetta è molto semplice, ma bisogna iniziare la sera prima cuocendo in una pentola capiente 1 litro di latte e 1/2 litro di acqua, la scorza di un limone intera [diventata più cara di un diamante e più rara di un panda], un cucchiaio di olio e un pizzico di sale. Quando bolle, togliere dal fuoco e versare 250 gr. di semola a pioggia, rimetterlo sul fuoco e farlo cuocere, mescolando, finché non diventa denso.
La mattina dopo, quando è raffreddato ben bene, aggiungere 250 gr di zucchero, 1 fialetta di millefiori e 1 di fiori d’arancio, un cucchiaino di anice e 1 bustina di vanillina. Le uova sono variabili, da 6 in poi, impastando aggiungere uova fino a quando il composto non diventa cremoso.
Di norma con queste quantità si riempiono due teglie da 24 cm di diametro, di quelle basse Se non avete teglie basse, ed utilizzate la classica teglia da dolce, riempitela a metà. Il migliaccio non contiene lievito, non cresce, ma non deve essere alto.
Ricordare di oliare la teglia e stendere con il dito un po’ di olio sulla superficie del migliaccio.
Riscaldare il forno a 200° e cuocere per circa un’ora, o comunque fino a che la parte superiore non è dorata.
Quest’anno ho invece cotto una trentina di teglie piccoline, quelle da crostatina. Inoltre ho comprato un fantastico olio spray che ha svolto egregiamente il suo lavoro.
Buon carnevale!
L’olio spray è un’invenzione meravigliosa!
A parte questo, io ovviamente (manco a dirlo!) non posso mangiare questo dolce 🙁
@NonPuoEssereVero mi sono persa qualcosa, cosa non puoi mangiare di questa ricetta?