Ho smesso di considerarlo anche il mio compleanno.
Quest’anno me ne sono ricordata in tempo.
Solo un anno fa ancora ti coccolavo.
Ormai ci siamo. Ti sei accorto di essere un individuo e di avere sensazioni e idee tutte tue.
Sei buffo quando mi guardi serio serio e alzi il braccio come farebbe un vigile quando deve fermare un’auto: palmo aperto e agitato come se salutassi. Poi mi dici: – aspetta aspetta, adesso parlo io. –
E io ti ascolto.
Mi racconti cosa ti accade. Della giornata all’asilo. Dei tuoi amici. Di come avete giocato. O di cosa avete mangiato.
Mi racconti come ti senti. Se sei triste il racconto finisce sempre con la frase: – Ecco perché! – riferendoti al broncio o al pianto. Se sei felice parli parli parli e straparli per poi abbracciarmi forte.
E questi sono sicuramente i miei racconti preferiti.
Insieme abbiamo inventato l’asilo di gatto Eddie dove ogni giorno oltre alla routine, succede sempre qualcosa di diverso. Hai inventato la storia della pioggia e della neve. Quando inventi storie potrei stare ad ascoltarti per ore.
Per la prima volta il giorno del tuo compleanno è stato un momento atteso e mitizzato. Da circa dieci giorni ogni mattina, appena apri gli occhi, mi chiedi se oggi è il giorno. A me tocca fare il conto alla rovescia. Come quelli del Direttore dei Test dello Shuttle.
E sono già 4: buon compleanno piccolo mio.
L’asilo del Gatto Eddie mi sembra una cosa meravigliosa… tanti auguri al tuo piccolo uomo, che bello vederli crescere e diventare indipendenti ed individui a sé! (Ma la torta di Kinder l’hai fatta tu?)
@Letizia ai bambini la fantasia non manca, e a me piace ascoltare. Abbiamo fatto la combo perfetta.
La torta l’ho confezionata io, ma ho visto un tutorial su Youtube 😉