In attesa del 2018

in attesa del 2018

In attesa del 2018 sono sicura che non mi divertirò. Come sempre, come ho già scritto anche l’anno scorso.
L’ultimo giorno dell’anno non genera in me particolare gioia. Cosa può esserci di gioioso in un anno che finisce, regalandomi nuove rughe, dopo tutti i festeggiamenti, qualche chilo di troppo e sicuramente qualche acciacco in più?
Eppure questo è l’unico momento dell’anno in cui riesco a sedermi a riflettere, decidendo cosa lasciare andare e cosa tenere di tutte le cose raccolte durante l’anno.
Riflettere in attesa del 2018 è l’unico momento in cui riesco a vedere chiaramente che un anno è fatto di 12 mesi, 52 settimane, 365 giorni in cui riuscire a realizzare qualcosa che possa rimanere nel tempo.

E quindi?

Questo 2017 è stato l’anno del corso alla scuola Holden. Frequentare quel corso mi ha regalato più fiducia in me stessa e nelle mie capacità di scrittura. Ho imparato ad usare le parole giuste, dandogli il giusto ritmo e il giusto significato. Non sono così ingenua da credere che il solo fatto di aver frequentato un corso mi avrebbe aperto le porte dell’editoria italiana, ma ha fatto in modo che prendessi il coraggio di credere di potercela fare. Mi ha fatto vergognare meno di quello che scrivo, e sono riuscita a far leggere le storie che avevo chiuse nel cassetto. Non è andata bene. Ma come insegnano alla scuola del fallimento, il successo si raggiunge per prove ed errori e, sbagliando, si impara. Un fallimento non è una fine, può essere un nuovo inizio.

In attesa del 2018 ho deciso che dovrò dare un peso diverso ai giudizi delle persone che mi circondano. Soprattutto se le considero “persone amiche” che mi consigliano “solo per il mio bene”. Come ha detto Steve Jobs, “non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore”.
Ho subito molte critiche in questo 2017, nel 2018 dovrò cercare di capire perché sento la necessità di piacere per forza a persone a cui, evidentemente, non vado proprio a genio.

E nel 2018?

Non smetterò di scrivere, di crederci, di provare e riprovare, e provare ancora.
Ho già pronta la parola dell’anno, da stampare e guardare ogni singolo giorno del 2018.
La parola dell’anno 2017 è stata DISCIPLINA ed è grazie all’intuizione avuta che sono riuscita a conquistare un buon equilibrio fra quello che ho raggiunto e la strada ancora da fare.
Una strada in salita, certo. Ma se fosse facile, che gusto ci sarebbe?

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