Le cinque cose più difficili da accettare da quando sono in telelavoro

Ho accettato la possibilità di lavorare in remoto prima della nascita di Niccolò.
Ogni giorno la distanza casa-lavoro portava via tre ore solo per spostarmi da casa all’ufficio.
Mi spostavo con due treni. E tra coincidenze perse, ritardi, scioperi, furto di rame sulla tratta, pioggia di rane, invasioni di zombie, di ore ne passavo molte più in strada che al lavoro.
Spesso arrivavo in ufficio già stanca.
A volte tornavo così tardi la sera da essere quasi già l’ora per tornare in ufficio.
Tutto questo non c’entrava assolutamente con il mio lavoro. Erano gli spostamenti il vero problema.
Poi è nato Niccolò e la possibilità di lavorare di casa si è trasformata nell’opportunità di poter crescere mio figlio ad un ritmo più lento, adeguato a noi.

Però.

Però il non dover raggiungere l’ufficio tutte le mattine ha portato con se anche qualche aspetto negativo.
Ci sono cinque cose difficili da accettare.

  1. Vedere il mondo. Può sembrare limitato il pezzo di mondo che osservavo considerato il percorso obbligato. Ma avevo tanto con cui riempire gli occhi e il cuore. Nonostante l’impegno lavorativo, a Bologna ci ho lasciato un pezzo di cuore.
  2. Conoscere le persone. A chi fa ancora il pendolare consiglio di chiudere ogni tanto il libro che sta leggendo. Di non tenere sempre le cuffie nelle orecchie. Di alzare ogni tanto gli occhi dallo smartphone o dal tablet. Nei miei tre anni da pendolare ho conosciuto delle persone di cui conservo uno splendido ricordo, che diversamente non avrei mai potuto conoscere. Sicuramente non standomene chiusa in casa.
  3. Leggere un libro. Lo so. Ho appena scritto di chiudere il libro per parlare con le persone. Ma non sempre si trovano persone interessanti con cui chiacchierare. Un libro è sempre un’ottima compagnia. Ne ho letti tanti nei miei spostamenti. A casa ancora non riesco a trovare il giusto equilibrio per una lettura senza distrazioni.
  4. Concentrarmi completamente sul mio lavoro. Lavorando da casa ci vuole una buona dose di auto-disciplina. Ovvio che bisogna lavorare ed essere produttivi. Eppure difficilmente riesco a dire di no a quella lavatrice da stendere. O a quei letti da rifare.
  5. Vestirmi bene tutte le mattine.  Quello che mi manca è dovermi vestire e truccare per recarmi in ufficio. Troppo spesso cedo alla tentazione di rimanere in tuta. In barba a tutti i consigli e le avvertenze del caso. Lo so che sarebbe meglio fare finta di dover uscire. In particolare con l’arrivo del primo freddo, mi manca la spinta. Su una cosa sto davvero attenta: non rimango mai in pigiama.
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4 commenti su “Le cinque cose più difficili da accettare da quando sono in telelavoro

  1. Ciao!!! Mi rispecchia completamente in ciò che hai scritto… anch’io mamma e da mamma capisco perfettamente che è molto più comodo lavorare tra le nostre mura. Certo aspetto negativi c’è ne sono in abbondanza… il primo e far fronte alla solitudine..non una gran bella cosa.. sarei curiosa di sapere che tipo di lavoro svolgi. A presto

    1. Il senso di solitudine mi passa ogni volta che passo un giorno in ufficio. Considerato che almeno una volta a settimana devo rientrare per farmi vedere e organizzare il lavoro per la settimana successiva, direi che non soffro di solitudine.
      Lavoro per una PA. Occupandomi di comunicazione posso lavorare tranquillamente da casa.
      E tu? Che lavoro fai a casa?

    1. Ho lavorato per una decina di anni a contatto con il pubblico. Mi occupavo di recruiting e selezione del personale per una Agenzia per il lavoro. Ho fatto il pieno. Non mi manca per niente.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

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