Sto attraversando un momento di sconforto.
La vendita dell’appartamento non è andata come doveva.
Mi sento una ingenua ad essermi fidata dell’agente immobiliare che ha chiaramente, semplicemente e lapalissianamente, fatto semplicemente i suoi interessi, non tutelando i miei.
Mi sono fidata del mio acquirente non trascrivendo una cosa importantissima: lasciarmi l’opportunità di vivere nella mia [ex]casa un mesetto in più rispetto al rogito per permettermi di fare il trasloco successivamente ai lavori di ristrutturazione necessari nel nuovo appartamento.
Questo ci costringerà a dover lasciare l’appartamento trasferendoci momentaneamente in un hotel. Ci dovremo vivere per almeno quindici giorni, con un bambino di due anni e un gatto vecchio e malato.
Quindici giorni in cui non potrò lavorare.
Non c’è dubbio che questo non è un problema di chi ha comprato il mio appartamento.
Mi sento una ingenua per essermi fidata delle sue parole pronunciate in fase di compromesso, con l’assicurazione che potevamo rimanere. Parole su cui ho basato la scelta di comprare un appartamento da ristrutturare.
Mi sento una ingenua a non aver insistito con l’agente immobiliare di riscrivere il compromesso inserendo la clausola della consegna delle chiavi ad un mese dal rogito, cosa che evidentemente gli avrebbe fatto perdere dieci minuti in più del suo prezioso tempo.
Prezioso nel senso che costa veramente tanto.
Ma ormai abbiamo anche saldato la fattura, quindi perché aiutarci?
Pensavo a tutte queste cose stamattina mentre portavo avanti il mio obiettivo giornaliero di camminata.
Camminare ha agito da antistress naturale.
Respirare mentre ero agitata ha scaricato il nervosismo.
E ho pensato che la mia ingenuità sarà sostituita dalla mia capacità di organizzazione e dalla mia ostinazione a raggiungere gli obiettivi nonostante le difficoltà.
Nel frattempo vi lascio con le foto della settimana.
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