Di venerdì 9 ottobre e del blogger tour #sullaboccaditutti a cui ho partecipato, potrei raccontarvi tante cose.
Della organizzazione impeccabile, della ospitalità meravigliosa, della gentilezza e della premura con cui la famiglia Storci, di cui ero ospite insieme ad altri blogger, ci ha intrattenuto per una intera giornata.
Potrei parlarvi del Museo della Pasta di Collecchio, tassello del più ampio circuito dei Musei del cibo che si trovano nella provincia di Parma, in cui ci ha condotti una guida esperta, rivelandoci tutti i segreti di un prodotto che non manca mai sulla tavola di noi italiani. E di cui, ho scoperto, sappiamo veramente poco.
Invece vi parlerò di due ricette di pasta. Che erano il motivo della mia presenza in azienda, e che hanno davvero strabiliato tutti i presenti, me compresa.
Vi parlerò di due ricette di pasta, non ancora commercializzate, che ho assaggiato in anteprima, e su cui sono stata invitata ad esprimere il mio giudizio. [non so come hanno saputo che sono una persona di gusti difficili e ricercati, e a tavola, come in altri aspetti che reputo importanti nella vita, non sono una che si accontenta facilmente.]
La prima ricetta di pasta che ho assaggiato è stato il gusto pesto della Instant Pasta…avete presente quelle scatoline che si trovano al supermercato, a cui basta aggiungere un po’ di acqua calda, attendere qualche minuto, et voilà: il pranzo è servito?
Vi vedo…non fate quella faccia. Questo non è un prodotto asiatico, ma vuole replicare il pasto all’italiana. Oltre al pesto, ho mangiato pasta al pomodoro e basilico e una piccantella pasta all’arrabbiata [ma ho poi scoperto che c’è anche pasta al curry e pollo]. Lo ammetto: un po’ scotta per i miei gusti, ma tutto il tempo ho pensato a mio padre. La morbidezza della pasta avrebbe di certo incontrato i suoi gusti. Avrei dovuto omettere che si trattava di Instant Pasta, ma solo perché come la maggior parte degli italiani, è troppo attaccato alla tradizione, e se pasta deve essere, deve essere una regina pasta. Ma vi invito a pensare allo scenario più apocalittico che vi viene in mente…non agli zombie [lo so che stasera inizia la sesta stagione di The Walking Dead e siamo tutti con il decoder Sky in posizione]. Immagino una giornata completamente fuori casa, in cui non sappiamo quanto tempo avremo per mangiare. O un ragazzino con genitori entrambi lavoratori che torna a casa da scuola e non trova nessuno ad aspettarlo. Potrebbe essere una ottimo sostituto del solito panino. O della triste scatoletta di tonno. Il tutto senza glutammato e con sole 290 chilocalorie [le giuste chilocalorie per un piatto unico ben bilanciato].
La seconda ricetta di pasta che ho avuto l’opportunità di assaggiare in anteprima sono stati i tortellini senza glutine. Li hanno cucinati con la panna, al ragù e in brodo. Tutti ugualmente squisiti. Se non lo sapete, la cosa difficile della produzione della pasta senza glutine è produrre una pasta che non si disfi nell’acqua come una pozione solubile. Il glutine è il collante che tiene insieme il tutto, senza glutine la pasta non cuoce, si disfa.
La sfoglia dei tortellini era invece ancora compatta, nonostante fosse sottile [come la sfoglina consiglia] ed erano anche buoni, attributo non da poco per un prodotto senza glutine. Anche qui non ho potuto fare a meno di pensare che sarebbero piaciuti anche a lei. A lei che avevano diagnosticato la celiachia a 67 anni. A lei che fino alla fine ha rimpianto un pasto che oltre ad essere senza glutine, fosse anche gustoso.
All’inizio del tour il fondatore dell’Azienda Anzio Storci ha detto una frase che mi ha colpita moltissimo, che ogni imprenditore dovrebbe tenere a mente:
Crediamo nel futuro.
Ecco: queste sono ricette di pasta del futuro. Provate a raccontare all’uomo primitivo che il grano non si mangia in chicchi o all’uomo medioevale che, solo in Italia, abbiamo 250 varietà di pane [fonte].
Il mondo cambia, cambia anche il nostro modo di mangiare.
E io ho assaggiato un pezzetto di futuro.