Il tempo di leggere

– Non leggo perché non ho tempo – è la giustificazione che in assoluto ho sentito dare di più dai non lettori. Giustificazione da sempre snobbata, bollata come scusa, facile riparo per ignoranti culturali.

Con il tempo non solo sono diventata più indulgente [sarà colpa dell’età], ma ora a chi mi giustifica il non leggere con la mancanza di tempo offro anche il mio personale beneficio del dubbio, e sospetto che in fondo possa avere ragione.

È successo anche a me.

Negli ultimi sedici mesi da lettrice avida e insaziabile, mi sono trasformata in una non-lettrice assoluta. Nemmeno una riga letta per evasione. Solo qualche più-o-meno utile libro di puericultura. E a chi mi chiedeva, giustificavo con il solito vecchio e collaudato mantra: non ho tempo.
In fondo era anche vero.
Non avevo il tempo giusto per leggere.

Per far scorrere le parole di un libro, per assaporarne il gusto, per carpirne l’emozione, o semplicemente per evadere dalla realtà leggendo una storia si deve avere a disposizione il giusto tempo.
Non il tempo stanco del dopo-pranzo o quello ancora più spossato del prima-di-andare-a-dormire.
Il tempo di evasione che dedichiamo alla lettura non è lo stesso tempo evasione che dedichiamo all’arte di impilare gioielli o caramelle per farle allegramente scoppiare sul display dell’Ipad.

Poi la catena degli eventi, bestiolina che nel frattempo è cresciuta, complici un mese di Luglio particolarmente caldo con conseguente difficoltà ad addormentarmi, un regalo da Apple, e uno scrittore napoletano, e il tempo a mia disposizione si è trasformato magicamente, e nuovamente, nel tempo di leggere.

In realtà Apple a Luglio mi ha regalato quattro libri. Ho iniziato a leggere “Ogni giorno ha il suo male” di Antonio Fusco, un thriller all’italiana, perché la prima vittima di quello che si scoprirà essere un serial killer, è originaria di Avellino…come me.
A pagina 76 mi ha letteralmente conquistata con questa massima sul caffè:

Il caffè è l’arma segreta dell’investigatore. Il suo doping legale. Il corrispondente della cocaina per il delinquente, che dice di assumerla per essere al massimo della lucidità quando si accinge ad attuare il suo crimine. Ma in realtà lo fa per vincere la paura. Per sentirsi forte.

E un’altra citazione che ho trovato molto carina l’ho trovata a pagina 252:

Internet è il McDonald’s del sapere. Un fast food. Cerchi qualcosa? Scrivi due righe, leggi due righe e pensi di sapere. Ma cosa sai veramente? Hai buttato giù un pezzo di cibo dal sapore indefinito che ti ha procurato un transitorio senso di sazietà. Ma cosa c’era dentro? Da dove veniva? Che differenza c’era con gli altri sapori? Non lo sai, non te lo chiedi nemmeno. Internet ti somministra nozioni, condite di maionese e ketchup come le patatine fritte. Non ti insegna a cucinare. A scegliere gli ingredienti, a inventare nuove ricette. Non ti insegna a pensare, ad essere critico, a dubitare, ad elaborare nuove cose.

E dopo questa lettura, ne è subito partita un’altra, e poi un’altra ancora…sono tornata affamata di storie.

Ed è anche tornato il tempo di leggere.

[foto da da agnezagnez Flick’r]

 

Blogger e web writer. What else?
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4 commenti su “Il tempo di leggere

  1. Quando ero ragazzina leggevo moltissimo; durante il periodo del’università, invece, leggevo pochissimo: 3, al massimo 4 libri all’anno – principalmente ne compravo! Oggi, nonostante tutti gli impegni, riesco a ritagliarmi il tempo di farlo. Durante questa estate non riuscivo a legger nulla: troppo caldo, troppo avanti e indietro per Napoli per varie questioni. Poi ho ripreso a pieno ritmo! Insomma, ci sono alti e bassi che penso siano fisiologici. Tempo fa un tipo ha commentato sulla home del mio blog dicendo che si possono anche leggere 90 libri all’anno quando sei all’università – quel numero lo raggiungevo ai tempi della scuola – e, francamente, a me ha puzzato terribilmente di “lettore bacchettone”! Ok, credo che scriverò anche del lettore bacchettone. Buona giornata!

    1. Quando ho scritto questo post pensavo proprio a quello che scrivi tu: ci sono tempi diversi per leggere, e non dobbiamo colpevolizzarci se a volte capita di leggere meno o addirittura nulla. Se leggiamo per puro divertimento, e quel divertimento viene meno, è inutile sforzarsi. Ma se appena abbiamo un momento libero e tranquillo, il nostro pensiero corre ad un libro…allora era proprio amore vero.

  2. E’ proprio vero, a volte ci diamo solo delle gran scuse. Sono stata mesi senza leggere un libro, con la scusa che non avevo tempo. Ora seguo un social bookclub dedicato alle letture giapponesi. Ho più tempo libero di prima? No! Semplicemente ho trovato il tempo per dedicarmi alla lettura e ne sono infinitamente felice!

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

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