Finisco sempre a parlare di me. Ma.
Durante la visita al nido quello sicuramente più entusiasta è stato proprio Lolò.
Dopo i primi 20 minuti in cui non mi lasciava il dito, e mi trascinava con se alla scoperta di questo luogo nuovo, mi ha completamente abbandonata e dimenticata.
Era lui a dettare le regole della esplorazione, era lui che decideva dove stare e quanto, camminando con la sua andatura caracollante da una stanza all’altra [cammina tale e quale a Jack Sparrow/Johnny Deep].
Mentre ascoltavo l’educatrice che mi rassicurava su ogni cosa, un suo gridolino di gioia ha attirato la nostra attenzione. Aveva trovato un rastrello pieno di libri colorati. Si era inginocchiato, ne aveva tirato fuori uno, e con il dito indicava qualcosa per ogni pagina che sfogliava. Per poi pretendere che mi sedessi vicino a lui per raccontargli una storia.
Ho notato lo sguardo ammirato dell’educatrice.
– Gli piacciono i libri? –
– Molto. A casa ne abbiamo abbastanza adatti per la sua età, anche se punta sempre a quelli che leggono mamma e papà. Ma per quelli è troppo presto, è piccolo, li strapperebbe. –
Il primo libro l’ha ricevuto in regalo a 5 mesi. Un libro sensoriale, a 6 pagine, pieno di immagini e numeri e animali di cui ora ripete i versi.
Niente suoni registrati, i versi li abbiamo imparati insieme, ogni volta che sfogliando le pagine rumorose del libro, gliene raccontavo la storia, indicando e spiegando ogni singolo dettaglio. Esattamente quello che fa lui adesso.
A quasi 15 mesi, appena si ritrova un libro per le mani si siede vicino a me. Ad indicare gli oggetti ci pensa lui, e anche a fare gli effetti sonori se la storia prevede la presenza di un animale che conosce. A me tocca raccontare la storia, ogni volta diversa, e ogni volta coinvolgente.
Inutile aspettare che abbia quindici anni per rimproverarlo che non legge abbastanza.
Con molta pazienza e un po’ di buon esempio, leggere è già un gioco speciale e divertente.
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