Scrivere gratis

scrivere gratis

Scrivere è un’attività che mi riesce bene, e che avrei voluto diventasse la mia professione. Non volevo diventare giornalista in qualche quotidiano, non volevo scrivere di cronaca. Volevo scrivere per qualche rivista settimanale, o mensile. Una rivista che parlasse di arte, di moda o di viaggi. E avrei voluto incorniciare il tutto scrivendo qualche libro. Non ho realizzato niente di tutto questo. Ma non è l’argomento di questo post.
L’argomento di questo post è la scrittura e di come condivido l’opinione che otteniamo quello che crediamo di meritare, e che solo attribuendo valore alla nostra capacità di scrittura riusciamo ad ottenere qualcosa in più che la collaborazione gratuita.

Del perché ho scritto gratis

Non voglio scrivere una bugia. Ho lavorato gratis per questo blog, senza nemmeno crederci molto, ed è il motivo per cui non sono una blogger professionista. E continuo a scrivere gratis per questo blog utilizzandolo come vetrina per fare il salto e accedere a collaborazioni retribuite.
Tutti i lavori al di fuori di questo blog sono stati retribuiti. In maniera variabile, qualcuno un po’ di più, qualcuno un po’ di meno, ma tutti retribuiti.
Ho accettato di collaborare gratuitamente con una sola realtà editoriale, perché mi piaceva, mi piacevano le persone che ci lavorano, mi piaceva trattare di quell’argomento, e nella speranza che un giorno si trasformasse.
E qui arriviamo al punto successivo.

Del perché non scrivo più gratis

Il rapporto non si è evoluto. Non ho notato un traffico rilevante e consistente al mio blog. Il mio tempo è drasticamente diminuito. Ho dovuto operare delle scelte. Una di queste è stato di scegliere di non scrivere più gratis se non per me stessa, investendo tutto il mio tempo nel mio blog, per farlo crescere e dare alle persone che mi seguono una continuità di pubblicazione. Ho anche letto molto su come realizzarlo.

Come realizzare il mio progetto

Mi sono iscritta a vari gruppi Facebook, di persone che lavorano a vario titolo nel web, per capire dove stavo sbagliando. Ho incominciato a leggere molta letteratura sul tema, e il comune denominatore è stato sempre lo stesso: stavo sprecando tempo ed energie.
Come fermare l’emorragia?
Ho scaricato il Calendario Editoriale di Yunikon Design [gratuito e graficamente delicatissimo] per programmare la mia attività sul web, appuntare nuove idee, stabilire quando e cosa pubblicare.
Parole d’ordine: regolarità e continuità.

Per concludere
Una volta un mio amico giornalista mi confidò che scrivere non era l’attività romantica che si crede. La scrittura prevede fatica e spirito di abnegazione. Ecco perché non si dovrebbe scrivere gratis.
Quando mi disse questa cosa la rifiutai, ci sono arrivata solo con il tempo.
E tu che mi stai leggendo cosa ne pensi? Pensi che scrivere gratis sia un trampolino di lancio o solo una perdita di tempo?

Blogger e web writer. What else?
Articolo creato 1029

11 commenti su “Scrivere gratis

  1. scrivere non saprei, mi occupo di immagini, di disegni. Per la mia piccolissima esperienza disegnare gratis, per me, per il mio blog, e farlo come se avessi avuto una commissione (più o meno), è stato un trampolino (un blocco di partenza, dai, più che un trampolino) per un qualcosa che adesso pian pianino sta arrivando. Disegnare per lavoro è come scrivere per lavoro: è quello che disse a te il tuo amico. E’ la tua passione, ma è anche fatica (e devi “sottostare” a chi ti commissiona il lavoro).
    Gratis ora è al 90% per il mio blog (ma qualcosa per la famosa gloria ci scappa ancora 😛 )

  2. Il lavoro deve essere SEMPRE retribuito, gratis faccio il volontariato.
    Ho dovuto purtroppo, sottolineo il purtroppo, prendere atto di una piccola, grande e spiacevole verita che un giorno mi disse un mio caro amico, responsabile commerciale di una grossa azienda :”nel sentire comune c’è che se sei disposto a fare qualcosa per niente è segno che quel qualcosa non vale niente..”
    Saluti
    OmarM

  3. Omar l’affermazione del tuo amico non è errata, e si ricollega alla mia frase iniziale “otteniamo quello che crediamo di meritare”. Bisognerebbe avere del tempo per condurre uno studio socio-antropologico per capire perché i mestieri creativi [e artistici in generale] garantiscono ad alcuni rendite da favola, e per altri briciole o la mensa della Caritas. Non credo dipenda solo dal talento.

  4. Ciao Marlene! Io ho iniziato a scrivere per siti, con cui collabora ancora, semplicemente per diletto. Solo dopo aver conseguito la laurea magistrale – filosofia – e dopo aver fatto diverse ricerche sul web, letture e via dicendo, ho compreso che mi sarebbe piaciuto fare della scrittura una professione. Ho fatto un master, poi è iniziatala collaborazione con l’agenzia. Detto onestamente, guadagno pochissimo e allo stato attuale delle cose sono in stallo. I siti di cui sopra sono nati per aggregare persone appassionate di qualcosa – nel mio caso libri – per cui è dall’inizio che si sa non avremmo certo ricevuto un compenso: è tutto libero, si scrive quando si ha voglia. Magari, se cresceranno, inizieranno a pagare; io ho piacere di scrivere per loro comunque, perché amo leggere e scrivere di libri, in ogni caso. Il mio blog s’è evoluto nel tempo, non è perfetto e poiché non ho molto più tempo ho deciso di rivedere il piano editoriale. Vorrei scrivere meno ma pezzi più curati, più adatti ad un pubblico vasto, più adatti anche per i motori di ricerca, infine vorrei dare spazio all’inglese. Per dare tutta questa cura ai miei articoli, devo necessariamente pubblicare meno ma con regolarità. Purtroppo, d’altro canto, non posso vivere nella speranza che qualcuno mi trovi interessante. Quando anche è stata manifestato un interesse, la mia proposta – onestissima – è stata rifiutata e, per la prima volta, mi sono resa conto che le persone non hanno proprio percezione del lavoro che c’è dietro la scrittura. Io sono agevolata da una propensione che è nata con me, ma ciò non toglie che i testi vanno revisionati, scritti per colpire un certo pubblico, richiedono CONOSCENZA approfondita di un argomento. Molti non sanno apprezzare questo “dietro le quinte”. Bah, magari un giorno cambierà qualcosa nella mia situazione….Ciao Marlene, buona giornata!

    1. Athena tornando al mestiere di scrivere in generale, la difficoltà è proprio quella di far capire che è un mestiere come un altro. Che come tutti i mestieri si inizia per passione, per poi imparare e fare esperienza. Se si ha la passione di costruire grattacieli, si studia da ingegnere e poi si viene retribuiti quando si va sui cantieri. Se hai la passione di scrivere, studi per poterlo fare al meglio, ma poi devi dimostrare di saperlo fare in maniera gratuita. E questo vale per la maggior parte dei mestieri creativi.
      È la condanna di voler seguire determinate strade.

      1. Credo che sia anche giusto, entro certi limiti. Proprio l’altro giorno, ho abbandonato un potenziale cliente perché mi ha detto, diplomaticamente, che in fin dei conti quello che dovevo fare eran tutte fesserie. Scrivere una pagina statica di un sito di una start-up che vuol vendere software non è una fesseria, soprattutto dopo essersi dati un nome del cavolo e quando bisogna scalare le SERP. Ti guardano come se tu fossi l’ebete. Questi sono quelli che non comprendono proprio in cosa consista il nostro lavoro; poi ci sono quelli che che ne capiscano ed approfittano 😀

  5. Beh! il tuo amico giornalista aveva ragione, come un mio amico scrittore e giornalista dieci anni fa mi consigliò di non seguire il sogno di diventare giornalista. Non è più tempo di scrivere gratis quando sai scrivere e scrivi da tempo. Scrivere è un lavoro faticoso, anche se non sembra. Immagini l’intellettuale nei caffè a bere tazzoni fumanti e scrivere su una moleskine ma in realtà ci vuole concentrazione, lavoro, attenzione, studio.
    Bella scoperta il tuo blog.
    A presto!

    1. Anche perché il caffè non lo si può certo pagare in visibilità. A me fanno girare vorticosamente quelli che propongono di scrivere in cambio di visibilità. Visibilità che si misura esattamente come? Con una manciata di like? Vorrei sapere quante delle persone che leggono il vanity fair online conoscono il nome di chi ha scritto l’articolo. Eppure c’è scritto. Ma non interessa molto. La visibilità non può essere un termine di pagamento.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

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