“Accettiamo l’amore che pensiamo di meritarci!”
Un film sull’adolescenza, quel periodo dolce/amaro che abbiamo attraversato tutti, chi molto bene, chi un po’ meno bene.
Un periodo che rimane dentro per tanti motivi, uno su tutti è che i sentimenti sono amplificati da quella che io chiamo inesperienza emotiva, che fortunatamente nel tempo passa.
La storia scorre su una colonna sonora da fine anni ottanta da brivido, ricordandomi che a quell’età si sente una forza e insieme una fragilità estreme, e si passa da entusiasmi da capogiro al nero più assoluto con poco o niente.
Vi lascio il monologo finale, e l’invito a vedere un film che mi ha tenuta stranamente attenta, a me che sono circa 12 mesi che non riesco a seguire attentamente nemmeno le previsioni del tempo.
Caro amico, non so se avrò tempo di scrivere altre lettere perché forse sarò troppo impegnato a cercare di partecipare, quindi se questa dovesse essere l’ultima lettera voglio che tu sappia che non stavo per niente bene prima di cominciare il liceo e tu mi hai aiutato.
Anche se non sapevi di cosa parlavo o non conoscevi nessuno che aveva questi problemi, non mi hai fatto sentire solo.
Perché io so che ci sono persone che dicono che queste cose non esistono.
Perché ci sono persone che quando compiono diciassette anni dimenticano com’era averne sedici. So che queste un giorno diventeranno delle storie e che le nostre immagini diventeranno vecchie fotografie e noi diventeremo il padre o la madre di qualcuno…
Ma qui, adesso, questi momenti non sono storie, questo sta succedendo.
Io sono qui.
E sto guardando lei…
…ed è bellissima.
Ora lo vedo. Il momento in cui sai di non essere una storia triste, sei vivo.
E ti alzi in piedi, e vedi le luci sui palazzi e tutto quello che ti fa restare a bocca aperta e senti quella canzone su quella strada con le persone a cui vuoi più bene al mondo.
E in questo momento, te lo giuro, noi siamo infinito.
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