Questo post l’ho pubblicato ogni 31 dicembre da 7 anni a questa parte.
Poi ho deciso di provare la photo challenge lanciata da Susanna Connway e per i buoni propositi del 2015 ho scelto di pubblicare solo la parola che dovrà essere la mia ombra, ma anche il mio obiettivo: dillinger.
E il post in attesa del 2015 si è trasferito di una settimana, ma eccolo qui.
Il primo giorno del corso pre-parto che ho cominciato a frequentare esattamente un anno fa, a noi future mamme sedute in cerchio con i nostri pancioni ormai intorno agli 8 mesi, l’ostetrica ha chiesto di dire il nostro nome, il nome del nascituro, e di utilizzare l’iniziale del nostro nome per definire con un aggettivo il nostro bambino.
Io mi chiamo Mar…lene e nel pensare al mio bambino ho pensato Magico.
E sotto tanti aspetti il suo arrivo ha magicamente cambiato la mia vita. Anzi, di più: ha cambiato la percezione che ho della mia vita e di come va vissuta.
Avendo molto meno tempo lo devo ottimizzare, e ho scoperto che indulgevo in attività che non mi davano nessuna soddisfazione. O peggio: per bontà d’animo o pigrizia non dicevo mai di no, a nessuno. Ora faccio solo le cose che mi va di fare, un po’ come Jap Gambardella [solo molto più giovane].
Sto passando molto meno tempo su social network. Se per qualcuno è un esperimento [buono per scrivere il prossimo libro], per altri una disintossicazione, per me è solo una questione di aver cambiato il mio modo di interagire con il mondo circostante e con le persone.
Porto Niccolò a passeggio nel parco e mi godo l’aria, il sole, il cielo, i colori, gli animali, l’umanità, il silenzio, e dove metto i piedi…insomma: non sto tutto il tempo a guardare lo schermo dell’Iphone [anche se Babbo Natale mi ha regalato quello che desideravo] e senza fotografare tutto quello che mi passa sotto il naso.
Porto Niccolò al Centro Famiglie a giocare con gli altri bambini e parlo con le altre mamme, senza sentire la necessità di condividere ogni istante e ogni momento della mia giornata.
Nel tempo l’ansia di condivisione è andata diminuendo e mi ritrovo più spesso a leggere quello che scrivono gli altri che a scrivere di me.
Il capitolo scrittura lo conservo per il mio blog, per il blog di Bigodino [che ho un po’ trascurato], per qualche altra collaborazione che arriverà, e per [ri]scrivere quella storia che è tutta pronta, ma ha bisogno di un totale restyling.
Chissà che questo 2015 non sia l’anno buono per pubblicare la mia prima storia.