Se vivessi in una città come Las Vegas sarei una di quelle malate di gioco d’azzardo, bisognosa di cure. Giocare non è certo il mio pensiero primario, ma mi appassiono alle attività ludiche e godo dell’ebbrezza del rischio. Poi mi accontento e gioco con l’applicazione Facebook di X-Factor, nella speranza non tanto di partecipare alla serata, ma di portare a casa il trofeo: la tazza con il logo [e magari una foto in compagnia di Morgan].
Il gioco è semplice: formi la tua squadra scegliendo tre partecipanti, e se passano il turno ti vengono assegnati dei punti. Più punti conquisti, più probabilità hai di vincere un ingresso [e la tazza]. La mia squadra ha passato per intero i due turni, ma a fine serata nessun punto è stato conteggiato sul mio account. E passa.
Ma fra una canzone e l’altra, per guadagnare altri punti che ti permettono di scalare la classifica, l’applicazione propone dei quiz a tema musicale. All’ultimo di ieri sera non sono riuscita a rispondere, troppo presa a farne una foto, incredula.
Come si può scrivere che Pierangelo Bertoli è un cantante milanese? Propongo per i sondaggisti di X-Factor almeno una puntatina su Wikipedia prima di compilare i sondaggi a casaccio.