Belle le foto tutte perfette, con l’inquadratura perfetta, la luce perfetta, l’espressione perfetta, scattata e guardata subito sullo schermo della digitale, scattata e riscattata fino quasi alla perfezione [ma se non si ha occhio o un minimo di romanticismo nella visione non esiste digitale che tenga, e le foto non saranno mai delle piccole opere d’arte].
Sarà che appartengo a quella che ormai si può definire la generazione analogica, ma sono tornata alla pellicola. armata di una DianaF+ e un paio di rullini i ricordi dell’estate 2012 hanno una luce tutta diversa.
Lomography non è solo un marchio, è uno stile di vita. E non vi nascondo che ovunque abbia tirato fuori la mia DianaF+ ho notato gli sguardi perplessi di chi si è domandato se fosse vera. In effetti il design della macchina fotografica ricorda quello delle macchine giocattolo che i miei genitori erano costretti a comprarmi in ogni posto che visitavamo, quelle che ad ogni scatto facevano girare un rullo con le foto del luogo. ho iniziato con una DianaF+ perché è il modello che permette di sperimentare fra vari formati, monta sia 120mm che 35mm, e modalità di scatto: fisheye o con l’effetto dei buchetti sulla pellicola.
Il funzionamento completamente meccanico di una Lomo mi ha permesso di non rimanere mai a corto di batteria per fotografare il pezzettino di mondo che stavo esplorando. e giocando con l’apertura del diaframma ho ottenuto effetti sorprendenti.
Esiste il decalogo del perfetto lomographer [un po’ alla Fight Club]:
- Porta la tua lomo ovunque tu vada
- Usala sempre di giorno e di notte
- La lomografia non è un’interferenza nella tua vita ma ne è parte integrante
- Scatta senza guardare nel mirino
- Avvicinati più che puoi
- Non pensare
- Sii veloce
- Non preoccuparti in anticipo di quello che verrà impresso
- Non preoccuparti neppure dopo
- Non ti preoccupare di queste regole
Quello che posso dire della mia esperienza è che bisogna scattare, scattare tanto, scattare ovunque e con qualsiasi luce, scattare in interno, in esterno, bisogna sperimentare, divertirsi. E poi avere tanta pazienza. Ho fatto sviluppare un paio di rullini da un fotografo del posto, ma sono convinta che utilizzare il servizio della Lomography sia la scelta giusta [per una serie di motivi che spiegherò in un altro post]. Anche se bisogna prepararsi ad un attesa lunga anche un mese.
Ma guardando questi scatti, direi che ne è valsa la pena. [altre foto le trovate su Flickr]
2 commenti su “Nativa analogica”