La kryptonite nella borsa (Ivan Cotroneo)

Ho avuto la fortuna di leggere il libro prima di vedere il film.

Su alcuni passaggi del libro ridevo talmente tanto che gli occhi erano annebbiati dalle lacrime. Il film a tratti mi ha fatto invece sbadigliare.

Secondo me colpa della scelta degli interpreti principali, tutti non napoletani, che facevano rimpiangere le battute lette nel romanzo, farcite di spirito partenopeo. Attenzione: spirito, non  dialetto. La forza del libro si basa proprio sulla riconoscibilità di tic, consuetudini tipicamente napoletane, che non scadono mai nel luogo comune, che nel film, complice un maldestro dialetto parlato dagli attori tutti romani, non erano né convincenti né coinvolgenti.

Diverso lo spessore della pellicola quando entravano in scena gli attori “secondari”, se non napoletani, almeno campani, che riportavano la storia nei suoi binari principali.

Rimane che Ivan Cotroneo ha scritto un romanzo sulla difficoltà di crescere, sulla diversità, sull’infanzia che non è quel mondo innocente teorizzato dai romantici ottocenteschi. E fa ringraziare di essere finalmente cresciuti, accettando di non essere come gli altri.

 

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