Degli scienziati/archeologi scoprono che in diversi punti della terra, popolazioni fra loro sconosciute, e a diverse migliaia di anni l’una dall’altra, hanno lasciato delle pitture rupestri o dei manufatti in cui dei giganti indicano una costellazione. Convinti che riuscendo a decifrare dove si trova quel pianeta riusciranno a rispondere al quesito esistenziale: chi siamo, da dove veniamo, chi ci ha creato, partono per una missione nello spazio alla ricerca di quelli che chiamano “ingegneri”, ovvero coloro che ritengono abbiano creato la vita sulla terra. E li trovano, anche se non sono esattamente come se li aspettavano. Questa in breve la trama, e io che mi aspettavo qualcosa di visivamente meraviglioso e drammaticamente romantico come lo era stato Blade Runner, rimango delusa quando scopro che il film si riduce ad essere il prequel di Alien.
In questo nuovo capitolo della saga scopriamo che l’origine del mostro che ha affollato gli incubi di Sigourney Weaver è un fluido che trasforma qualsiasi soggetto vivente in un incubatrice, che si riproduce nel terribile modo che ricordiamo, capace di adattarsi perfettamente e velocemente, e che muta a seconda del soggetto ospitante.
Fra intrighi e raggiri, decimato l’intero equipaggio, la protagonista che non ha più nulla da perdere, e in fondo è pur sempre una ricercatrice, lascia il pianeta alla ricerca delle origini degli uomini giganti. Noi vediamo la nascita del mostro come lo conosciamo, e ascoltiamo il messaggio che sentiremo ripetere nel primo Alien, quando la nave merci ritroverà quella aliena schiantata, con uno di quei finali aperti che lasciano presagire un nuovo capitolo.
Il film non passerà alla storia come un capolavoro, e nonostante qualche buco nella sceneggiatura, visivamente ha meritato [almeno] la visione sul grande schermo.
Come è potuto succedere che non mi aspettavo questa storia? È che quando voglio davvero godermi un film cerco pochi spoiler, mi limito al minimo indispensabile, e il titolo mi aveva tratto in inganno. Credevo davvero che Ridley Scott fosse tornato a raccontare una storia di corpi falsi e amori veri, arti sintetici ed emozioni reali. Per l’occasione avevo anche tirato fuori dal fondo di una scatola la mia maglietta da nerd convinta… meno male che non l’ho indossata per la visione.
Per quanto riguarda la maglia, hai sbagliato a non indossarla. Io, pur sapendo che il IV Indiana Jones sarebbe stato una cacata, mi sono vestito dal suddetto personaggio. Ma questa è un’altra storia.
Per quanto riguarda il film, ci hanno abboffato le palle dicendo che era il prequel di Alien: pure io che tengo il Commodore 64 come computer e il baracchino per comunicare ho ricevuto la notizia.
Non l’ho ancora visto, ma so per certo che sarà una cacata, che cavalca il successo della trilogia del/dei simpatici esseri lontanilontani. In questo caso, indosserò la divisa da rotolo di carta igienica.
Zì ‘Ntonio
Zì ‘Ntonio si gruoss’