Fino alla fine

Ci sono giorni in cui basta poco per farmi piangere. Anzi, mi correggo: ci sono giorni in cui piangerei e basta. E invece mi vesto del mio vestito migliore. E l’unica cosa che cambia è lo sguardo. Fortunatamente la maggior parte delle persone non mi guarda negli occhi, e il travestimento funziona.

Ci sono giorni in cui tutto può essere riassunto nella scena finale di  Dellamorte Dellamore: un mondo acquario da cui è impossibile fuggire. O forse basterebbe affrontare i miei incubi. Come quello di non essere abbastanza brava. Quello di non essere abbastanza interessante. L’incubo di essere inutile. Quello di  non essere abbastanza. Punto.

Cosa vorrei? Non lo scriverò, se lo scrivo diventerebbe una specie di promemoria che mi ricorda il fallimento.

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2 commenti su “Fino alla fine

  1. Cosa vorresti? Probabilmente quello che vorremmo in tanti. Uscire da questo orfanotrofio della quotidianità, dire addio per sempre alle nostre scrivanie pulite del lunedì, dire addio al droghiere di sotto che 3 volte a settimana ci conserva i generi alimentari, dire addio alle nostre macchine con la scritta “lavami” vergata dallo scemo del condominio accanto, dire addio alla consapevolezza che tutto quello che non abbiamo fatto ancora, forse….è arrivato il momento di cominciare a farlo. Vorremmo, almeno quello che voglio io, che il coraggio di mollare tutto mi prendesse in una notte d’agosto e mi vedesse andare altrove dopo aver cancellato la scritta “lavami” ed averla sostituita con la frase-freedom “no direction home”.

    1. mi sento davvero il criceto nella ruota. ma non è quello. è la consapevolezza di essere come “incastrata” in un meccanismo a tempo. tutti i giorni la sveglia alla stessa ora, tutti i giorni lo stesso treno con l’unica variabile dei ritardi e dei disservizi, tutti i giorni timbro il cartellino…e non mi piace l’idea del “almeno tu hai un lavoro”. forse sono solo stanca. e non ho bisogno di andare chissà dove, mi basterebbe sapere che posso vivere senza sembrare uno stupida macchina programmata per compiere tutti i giorni la stessa vita. ho visto un film un paio di settimane fa, The assassination, con Sean Penn, e la frase che mi è caduta in testa come una tegola è stata ““Ma io le dico che gli schiavi non sono mai scomparsi in questo Paese, gli hanno solo dato un nuovo nome: impiegati.” e comunque io al lunedì non trovo nemmeno la scrivania pulita.

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