Sono arrivata nel millenovecentoqualcosa, non mi piace saper di dover andare via nel duemilaqualcosaltro.
Sono nata nel millenovecento, il secolo delle scoperte, della velocità, della meccanica, dell’informatica.
Il millenovecento come il secolo con cui vorrei essere ricordata.
Morire nel duemilaenonsocosa mi irrita. Un secolo nato con la paura che un bug rovinasse tutto quello che si era costruito nel secolo precedente. Un secolo giovane, di cui non saprò in pratica niente, che i secoli li imparo a conoscere soprattutto dai libri e dalle sintesi che altri più capaci di me riescono a fare.
Ho provato a rimanerci in quella notte del millenovecentoenonvidicoquando. Evidentemente non era destino. E considerato che con il duemila ci ho ormai fatto conoscenza, frequenterò questo secolo fino a diverso ordine. Anche se non ci sopportiamo. Anche se ci evitiamo. Anche se, in realtà, faremmo volentieri a meno l’uno dell’altra.
Forse viene tutto fuori senza motivo. Si scrive di quello che vorremmo non dirci, in una notte con le cuffiette dell’ipod che suonano nei nostri cuori salati di vita che intanto corre sui binari della transiberiana. Quante volte avrei voluto scrivere anch’io pensieri che mi evitano, che non mi vogliono venire a trovare per farmi specchiare dentro? Ma non trovo il momento giusto, o forse non trovo il coraggio.
Come si fa a non voler leggere ancora di più di quello che hai scritto? Vorrei capire bene cosa siamo. Non l’ho ancora capito per il tramite di mille libri letti, attraverso mille cose della vita iniziate e poi finite bene o male, attraverso qualche rimpianto e qualche guerra alle spalle.
Attraverso le tue parole trovo sentieri di luce e vorrei leggere ancora.
la luce del giorno falsa quello che provo. mi trovo a svegliami presto per sbrigare faccende, per mettere in fila tutte le quotidianità a cui mi aggrappo. per non pensare a quello che ho provato di notte, quando il passeggero oscuro mi viene a trovare, e mi dice “che io non dovrei essere qui e che tutto quello che faccio non serve a nulla” [ormai mi auto-cito]
Sai perchè sono diventato un lupo della steppa? La risposta o forse una parte di essa è anche in quello che scrivi. Dico forse poichè ho messo a fuoco….ma non quanto basta per esserne certo.
di cosa non sei certo?
Di notte il mio passeggero oscuro è sempre lì…
Pensavo di essermene liberata e invece è un perfetto stalker perché si era solo nascosto…
Ed eccolo di nuovo…
Shaina io lascio che il mio passeggero oscuro occupi una parte della mia vita per evitare che una notte decida di volerla per intero. ci ha già provato una volta, e sono ancora qua. posso gestirlo. forse.
Criptiche stanotte eh?
@lupodellasteppa è strano come si creino alchimie anche a distanza, anche da lontano, che si attivano solo attraverso le parole. e allora ci si capisce anche con poche frasi, invece che con le parole dette, con quelle che rimangono sospese dopo ogni punto, che non è mai la fine per persone come noi.