Ancora ricordo la prima volta che trovai il coraggio per lasciare un commento ad un blog che leggevo e mi piaceva tantissimo.
Ricordo che il post parlava di un musicista che non conoscevo, e scrissi una cosa tipo “ma chi è questo? non lo conosco”, in modo che l’autrice del blog, considerato che ne aveva parlato in maniera entusiasta, oltre a raccontarmi un po’ chi fosse il tipo, potesse suggerirmi anche una chiave di ascolto. Oltre ad incominciare a lasciare in giro il mio nome e l’indirizzo del mio neo-nato blog.
La tipa, sempre molto ironica, a tratti intelligente, discretamente sensibile, nonché dotata di una buona dialettica, rispose “ahahahahhah. non conosci l’uso di Google?”
Ovviamente ci rimasi malissimo. Mi affacciavo al mondo dei blog, leggevo e cercavo di imparare da quelli che scrivevano da più tempo di me e con discreto successo [almeno a leggere le statistiche di BlogBabel] e mi dissi che avrei continuato a scrivere per il piacere di farlo e mai avrei fatto una cosa del genere ad un mio lettore. Inutile aggiungere che non la commentai più, anche se ho continuato a leggere il suo blog.
Ieri mi è capitata una cosa simile su Twitter. E ho perso subito 3 follower.
Ma in realtà quello che penso è che Google avrà anche tutte le risposte, ma volete mettere la bellezza di interagire con le persone? Altro che social network, mi sento più in una dimensione da alonetwork™.
Ma cos’è sta mania di ragionare in followers persi e presi?
a me [onestamente] non me ne frega niente di follower persi e presi. uso twitter per meri scopi personali come: sfogarmi, scrivere i fatti miei, esultare in pubblico. detto questo. l’ho scritta la cosa dei follower per sottolineare la totale sensazione di alonetwork™. dopo la mia esternazione, oltre a non ottenere risposta, sono risultata anche antipatica.
in anni di twitter&co. posso affermare senza smentita che le persone con cui interagisco di più sono quelle che non ho mai incontrato. le persone che ho incontrato sono sparite anche dalla mia vita chiusa nella scatola del socialnetwork.
Allora anche io poso fare domande strane, anche se sono più di trenta anni che uso un computer? Bene! Cosa significa un ” alonetwork”‘ Grazie…..
alonetwork [alone= solo, da solo e network= rete] è il contrario dei socialnetwork [rete sociale]:
socialnetwork: stare in compagnia connessi
alonetwork starsene da soli ma connessi
la parola “alonetwork” non esiste, me la sono inventata io per spiegare il fenomeno del sentirsi soli anche se connessi, virtualmente, a tantissime persone.
Capita anche a me di scrivere a qualcuno “ma cosa è/chi è?” in riferimento a quello di cui parlano perchè anche a me piace quando chi ne parla me lo racconta a modo suo che Google sarà anche utilissimo (e lo utilizzo molto), ma l’interazione umana è insostituibile
Gilda proprio dal post Facebook che riporta a questo post, ho constatato che in realtà siamo tante che amiamo l’interazione umana al freddo algoritmo. Anche se ci considerano ingenue, o peggio, stupide, io continuo con il mio modo di fare. Non posso piacere a tutti, ma almeno so di piacere, o non piacere, per quello che sono. Non per quello che voglio insistentemente apparire.