C’era un tempo in cui avevo una frase per ogni cosa. Leggevo molto, e anche se quella frase non era la mia, in quel momento era la frase giusta, che detta al momento giusto, riusciva a spiegare prima di tutto a me stessa, quello che sentivo dentro.
Ora non ho più la frase giusta al momento giusto. Anzi, a volte dimentico anche le parole.
E anche questa domenica è scivolata via. Non è successo niente, in questa domenica.
Dal lunedì al venerdì sono costretta ad essere, a fare, ad uscire di casa, ad essere presentabile, ad essere attenta, ad essere presente, non devo perdere i treni, non devo fare tardi al lavoro, non devo tornare tardi a casa.
Tutte le foto che vorrei scattare, le parole che vorrei scrivere, i pensieri che vorrei appuntare mi dico sempre che le farò domenica, quando avrò tempo. E poi la domenica arriva e mi dico che è l’unico giorno in cui poter essere un po’ pigra. Così la domenica arriva, e come arriva se ne va, senza che nel mezzo sia successo niente.
E da domani si ricomincia a correre, anestetizzando il dolore, e rimandando a domenica le cose belle da fare.
Come me. Ho sempre la testa tra le nuvole perchè carica di cose da fare che devo ricordarmi di non scordare. Non prendo il treno come te, vado al lavoro in macchina, entro alle 9 nel mio ufficio saluto il segretario e comincio. Sempre davanti al computer a programmare, a trovare soluzioni dentro la matematica dentro le teorie degli insiemi che governano i database. Quando ero più giovane di adesso era la mia passione, tutta la mia vita. Ora invece no. Mi chiedo sempre che senso ha. Ho sbagliato tutto cara Marlene. Dovevo vivere di musica e composizione. Anche se qualche soldo lo alzo con le mie composizioni non mi sento al posto giusto. Da Venezia ho ricevuto un compenso per una mia musica originale da un pittore del posto. Ho abbinato la mia musica a un suo quadro. E’ stato il giorno più bello della mia vita. Meglio di 10 stipendi da programmatore!!
Poi ho promesso a un mio amico sostituto procuratore di recensire il suo romanzo noir uscito l’estate scorsa. Ancora non sono arrivato nemmeno a metà libro. Devo fare molte cose, viaggiare ancora molto, cambiare vita finchè sono in tempo. Mi viene in mente la bella Kate Winslet nel suo “Revolutionary road”….
ti farebbe ridere invece sapere quello che volevo essere e quello che sono diventata. e fra le due me non esiste nessuna continuità. per sopravvivere ho poi trovato questa via di mezzo, questa sorta di terapia della scrittura.
ieri sera ho visto il “discorso del re”. come si può immaginare la balbuzie dell’erede al trono è il risultato di un qualche trauma dell’infanzia. e il logopedista gli dice che non siamo obbligati ad essere quello che eravamo a 5 anni, non siamo obbligati a portarci dietro quella zavorra. ecco: io sto cercando di dimenticare chi ero, sto cercando di buttare via la zavorra del passato, solo così, credo, riuscirò ad essere un po’ meno infelice.
Non te la prendere… Basta pensare che domani è un altro giorno e che c’è gente che…. bhe sta molto ma molto peggio di te.Ciao e anche se non l’ho fatto mai, un bacione
@Stefano troppo facile guardare chi sta peggio…e io ho scelto la via più difficile, quella di cercare di aspirare allo stare meglio.