Il primo peccato del diavolo

il primo peccato del diavolo

 

Due strade divergevano in un bosco, e io,

io presi la meno percorsa, e quello ha fatto tutta la differenza. (Robert Frost)

Non sopporto l’espressione: non avevo scelta. Non la sopporto quando è applicata alla propria vita. Noi scegliamo continuamente. Ogni giorno c’è un bivio da affrontare:

  • suona la sveglia: mi alzo e me ne vado al lavoro o rimango a letto ingrossando le fila dei fannulloni di brunettiana memoria?
  • ora di pranzo: mangio da sola e mi tengo a dieta o esco con i colleghi che altrimenti mi dicono che sono asociale e mangio per compagnia?
  • esco da lavoro: prendo il primo treno e torno a casa per stravaccarmi sul divano o prendo il primo treno e mi fermo in palestra che anche se l’estate è finita, ma fa ancora caldo, e già penso alla prova costume dell’anno prossimo?

La realtà è che compiamo ogni singolo giorno decine di scelte che cambiano e condizionano la nostra vita. E il principio può essere applicato decine e centinaia di volte, dalle cose che sembrano inutili a quelle che riteniamo davvero importanti.

Ecco perché quando mi dicono: non ho avuto scelta, mi incazzo.
Il nostro destino non è scritto. I condizionamenti non sono una gabbia da cui è impossibile uscire. E il giudizio altrui non è niente di fronte alla propria felicità.
Esistono solo scelte facili e scelte difficili.
Esistono scelte di comodo e scelte che complicano la vita…e chissà perché, queste ultime, sono quelle che alla lunga regalano più soddisfazione.

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2 commenti su “Il primo peccato del diavolo

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