Se qualcuno ruba un libro per te…

parole di carta

Leggere è una di quelle attività che mi vede impegnata fin dall’infanzia.

E non per merito mio, ma di mia sorella che fin da quando ho memoria mi tiranneggiava giocando “alla maestra e all’alunna”, con tanto di compiti a casa e registro dei voti. Sospetto che in realtà mi facesse fare i suoi compiti, rimane il fatto che a 4 anni leggevo e sapevo fare di conto (divisioni comprese). Di quattro anni più grande, capitò anche che si innamorasse del bibliotecario del paese, a cui dava volentieri una mano (gratis), trascinandomi con lei sotto ricatto di mia madre.

Tuffarmi fra le pagine di un libro è diventato poi il mio nascondiglio. Il mio posto segreto. Il mio altroquando.

Poi capita che si infilino 4 libri uno dietro l’altro, uno peggiore dell’altro e si incominci a dubitare della proprie capacità di scelta. O la capacità di scelta degli editori.

Esco a fare due passi di Fabio Volo: le cose che riesce a raccontare in questo libro sono talmente brutte e imbarazzanti che mi auguro ci abbia messo tanta fantasia e tanta immaginazione. Nemmeno del mio migliore amico vorrei sapere per filo e per segno cosa fa nel bagno, figuriamoci di uno sconosciuto (anche se popolare).

E disse di Erri de Luca: il mio autore preferito, con una storia che non sono riuscita a leggere fino in fondo. Presumo che stia traducendo qualcosa dall’ebraico antico di molto spirituale e si sia lasciato ispirare. Peccato che a me abbia solo fatto fare dei gran sbadigli.

Il diavolo zoppo di Alain – Renè Lesage: mi aspettavo un horror-ironico, non ho trovato nessuno dei due, solo una serie infinita di amori, tradimenti, duelli per amore e tradimenti per passione.

Il divoratore di Lorenza Ghinelli: aspettative alte, tutte deluse. La fascetta recitava: il caso dell’anno e ci sono cascata. Una storia onesta, un po’ di “citazioni”, un racconto breve “stirato” per diventare un romanzo.

Ma si sa. Le vecchie abitudini sono dure a morire, e complice uno scatolone di libri sottratto a casa dei miei genitori, sono tornata ad un genere che ha riempito la mia adolescenza di incubi deliziosi, l’horror. E finalmente leggo qualcosa di Dean Koontz, autore di cui mia sorella aveva collezionato tutti i romanzi e che adesso fanno bella mostra nella mia libreria.

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