Skyline (2010)

skyline

Non sarà uno di quei film di fantascienza che passerà alla storia del cinema. E non sarà nemmeno uno di quelli che mi fermerò a riguardare quando lo daranno su qualche canale televisivo. Perché un buon film di fantascienza non può basarsi solo sugli effetti speciali.

Gli effetti speciali sono fondamentali, ma ci vuole anche una buona storia, dei dialoghi convincenti, e un finale decente.

La trama è semplice: un fotografo e la sua fidanzata sono a Los Angeles su invito di un loro amico. Si risveglieranno in una città invasa da strane navicelle extraterrestri che emanano un forte raggio luminoso azzurro che attrae irresistibilmente lo sguardo degli umani risucchiandoli al loro interno. Come sfuggire agli alieni cattivi in attesa dei soccorsi? E soprattutto: cosa vogliono questi alieni?

A parte le scopiazzature da Indipendence Day (di cui manca però il sentimento eroico), ma senza andare troppo in alto, questo film ricorda anche cloverfield nella forma di uno degli alieni, senza contare altri particolari.

Dall’inizio spettacolare, ci si trascina verso la fine dove rimane il dubbio: se una civiltà aliena deve fare tanta strada per arrivare sulla terra e costruire tutta la sua tecnologia intorno a noi, e poi ha bisogno del nostro cervello per funzionare, direi che il film difetta anche in modestia.

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