Finalmente ho capito.
Ho capito che le Mine vaganti del film sono quelle persone che hanno un sogno e fanno fatica a vederlo realizzato. Sono quelle persone che pur di non contrariare le persone che dicono di volergli bene fanno finta di essere qualcun’altro. Sono tutte quelle persone che un po’ per quieto vivere e un po’ per paura di rischiare si ritrovano a dimenticare i loro sogni e a spingerli sempre più in fondo ad un cassetto, o addirittura a portarli in soffitta.
Una commedia brillante, come quelle che il cinema italiano non riesce a fare più da tanto tempo. Fa ridere il nuovo film di Ozpetek: fa ridere del conformismo della famiglia italiana, fa ridere la piccola provincia pronta a giudicare. E fa riflettere. O almeno ha fatto riflettere me, quando la nonna del protagonista gli dice che non potrà mai essere felice se continua a fare sempre quello che vogliono gli altri. (o qualcosa del genere).
Mi è piaciuto perchè l’occhio del regista non giudica, non divide fra ragione e torto, fra giusto e sbagliato. Rappresenta tutto con naturalezza e normalità. Perché è così che dovrebbe essere. Come quando la madre del protagonista chiede a quello che è il fidanzato del figlio, che è medico, se si può guarire dall’omosessualità, e alla risposta negativa, che non è una malattia, che è una caratteristica, lei non capisce, e non si sforza nemmeno. E io ci ho rivisto la mia mamma, chè non è colpa sua se non capisce, ma arriva da un’altra generazione.
Se mi è piaciuto Scamarcio? Fatemi la domanda di riserva.
Un commento su “Mine Vaganti (Ferzan Ozpetek)”