Ho parlato tante volte del fatto che Erri de Luca è uno dei miei scrittori preferiti che non potevo mancare all’appuntamento organizzato all’interno della manifestazione In punta di penna a Formigine.
Quando io e la piccola iena siamo arrivati nella piazza dove Erri de Luca avrebbe tenuto il suo incontro, lo spazio transennato con all’interno le sedie per seguire l’evento erano semi-vuote. Mancava un quarto d’ora e la piccola iena propone un aperitivo. Al ritorno dal bar scopriamo che le sedie sono tutte occupate, e le persone si aggirano per le file additando borse abbandonate e maglie orfane ripetendo la solita domanda – è occupato? –.
E mentre mi comporto da vera femminuccia, attaccando la lagna che solo noi riusciamo a fare, lamentandomi dei pochi posti, del fatto che se fossimo rimasti una sedia l’avremmo trovata, e adesso come facciamo, e £”%&?^°ç@#+* neanche mi accorgo che Erri è proprio dietro di me.
La piccola iena mi tira un braccio, mi volto pronto a fulminarlo con il mio sguardo adirato di chi ha perso una cosa importante e lui piegando leggermente la testa mi indica il motivo per cui sono lì, in carne e ossa.
Stavolta non mi faccio fregare dalla timidezza e dopo aver sorriso, sicuramente da imbecille, allungo il libro che ho portato da casa e gli chiedo un autografo.
Dopo l’essermi dovuta accontentare di sedermi a terra, ma in prima fila, ha avuto un altro sapore.
Erri ha parlato per più di un’ora incantando la platea. Quel suo accento napoletano colto, quella sottile ironia che ha strappato anche qualche sorriso, ha tenuto la piazza in un silenzio irreale. Ha una modalità di raccontare le storie che assomiglia alla sua scrittura: lenta, ipnotica, che affascina.
Il passaggio che mi ha colpita è quando ha detto che lui non riesce a vedere la folla, non riesce ad immaginare un pubblico, perchè per lui il rapporto fra scrittore e lettore è uno-ad-uno. Ed è per questo che spesso rimaniamo attaccati ad un libro, o ci rimane dentro uno scrittore. Perchè lo abbiamo incontrato in un momento in cui quelle parole hanno saputo portare via il peso della nostra fatica, rendendoci più leggeri. E allora ho capito che il mio incontro con questo scrittore non è stato casuale.
Triste assistere a sedie in prima fila riservate agli assessori, o comunque a persone “influenti”, desolatamente vuote.
Ma immagino che questo sia un modo tutto italiano di concepire la cultura.
Foto Marlene
che bello! mammamia che emozione! ti capisco benissimo visto che DeLuca è tra i miei preferiti!!!
brava!
#fabio mi credi se ti dico che pur avendo superato la timidezza dopo l’autografo mi tremavano le mani? è stato un momento molto bello per me…davvero!
Sempre arrivare prima e mai mollare la scranna!!!
Saluti