Hai una laurea con il massimo dei voti, hai un carattere indipendente, non sei propenso alle relazioni pubbliche, tendi a dire quel che pensi e contrastare anche chi ti paga se pensi che sia per il bene comune? Sei magari perfino donna? Non pensare di fare il manager in Italia. Al limite vai all’estero [fonte]
Lo studio sembra serio, ma credo che ognuna di noi possa verificare nel suo piccolo quanto sia vera questa conclusione.
Quando mi sono trasferita in Emilia Romagna ed ero alla ricerca di un lavoro ci ho messo un paio di anni a capire il meccanismo, e alla fine gli ho dato anche una giustificazione. Quando riuscivo ad ottenere dei colloqui per posti di [media] responsabilità e puntualmente mi ritrovavo respinta per poi scoprire che il posto era andato al figlio dell’amico, al nipote del titolare o metteteci quel che vi pare, basta che sia imparentato, ho anche giustificato questo modus.
Mi sono messa nei panni di un titolare di azienda, di uno che ha investito la sua vita e i suoi soldi per mettere in piedi un’attività. Grazie ai suoi sforzi l’azienda è cresciuta abbastanza da avere bisogno di un responsabile del personale, perché dovrebbe mettere nelle mani di una persona laureata e masterizzata ma fondamentalmente sconosciuta una parte così delicata per il corretto funzionamento della baracca.
Meglio il figlio del suo migliore amico: l’ha visto crescere, è un ottimo ragazzo, ci ha messo un po’ di anni fuori corso per laurearsi senza neanche brillanti risultati, ma alla fine saprà essere fedele e portare avanti la baracca con onestà.
Insomma: me ne sono fatta una ragione.
O mi sono arresa.
Credo non abbia nessuna ragione il proprietario di una qualsivoglia ditta che ragioa così. La meritocrazia in Italia non esiste, non è mai esistita, non esistono vincoli od ostacoli insuperabili per un buon raccomandato. tutto si basa sul principio mafioso: aiuto te che tu aiuti me.
#riciard ho cercato di farmene una ragione per tutte le volte che ho tentato un concorso pubblico, per tutte le volte che nonostante tutto non superavo il prim step di un colloquio. poi il lavoro l’ho trovato lo stesso, e ne ho anche cambiati un paio. ritrovare però alcuni personaggi conosciuti con una carriera scolastica come la mia, in quegli stessi posti per cui io sono stata scartata, fa perdere molta autostima. non mi sento migliore, sento solo di non avere le stesse condizioni iniziali. e allora ho cercato una giustificazione che potesse risollevarmi il morale. almeno un po’.
Finchè il “raccomandato” è una persona che se la cava forse hai pure ragione…
ma quando vedi emeriti deficienti messi in posti di responsabilità, allora non capisci proprio…
Bk
#bk nella mia breve ma intensa vita lavorativa ho potuto constatare che nel privato il raccomandato non brilla ma non è neanche veramente incompetente. diciamo che sono persone che avrebbero potuto fare altro. nel pubblico invece si rasenta la più totale mancanza di decenza, con personale che non dovrebbe avere a che fare neanche con una scrivania.
Per fortuna non sempre è così!!! Mi sono laureata da poco, soprattutto grazie a Universitalia che mi ha consentito di superare esami che non riuscivo a dare da un anno. Ora spero solo di trovare lavoro..
In bocca al lupo!!!
#missnoir85 il lavoro alla fine l’ho trovato. non adeguato come mansione e stipendio, ma in momenti di crisi come quello che stiamo atttraversando anche solo avercelo un lavoro a tempo indeterminato credo sia una gran fortuna. non credo farò mai carriera (mi sono arresa di già a questa eventualità) volevo solo sottolineare che quell’articolo mi ha raccontato quello che per me è l’ovvio, una esperienza vissuta. e se sapessi quante storie so che non posso raccontare, o forse non ne è ho solo voglia. un in bocca al lupo a te per un ingresso nel mondo del lavoro sfavillante e sfolgorante e spero che tornerai qui a sfatare questo mio pessimsmo. un bacio.