… e se domani

lettere

All’inizio erano le lettere. Ne ho scritto a migliaia negli anni della mia adolescenza. Incapace di avere amici nel paesello, mi rifugiavo nell’ansia dell’arrivo del postino, mi vantavo di avere amici sparsi in tutta italia, compravo carta da lettera colorata e stampata che esprimesse oltre alle parole il mio stato d’animo.

Raccontavo su di un pezzo di carta quello che alle persone vicine non riuscivo a dire, tutto quello che di bello o di brutto capita nella vita io lo infilavo in una busta, la affrancavo e speravo che arrivasse a destinazione insieme al mio carico di confidenze.

Tornavo da scuola e aspettavo con ansia che ci fosse una lettera per me appoggiata sul mobile della cucina, e che delusione finita la magia dell’adolescenza quando le lettere hanno smesso di essere recapitate.

Poi sono arrivati gli sms. Il mio primo cellulare ha lavorato 24 ore al giorno, no stop. Quando tornavo a casa dall’università dove vivevo ero però costretta a spegnerlo di notte, un po’ per non disturbare i miei genitori e un po’ per non far sapere troppo i fatti miei. E la mattina appena lo accendevo era un concerto di trilli.
Poi dopo è rimasto muto anche lui.

Adesso mi è rimasto questo blog e gmail. La mattina il primo pensiero è per la mia posta elettronica. Adoro i commenti lasciati ai miei pensieri sparsi.  Solo l’idea che qualcuno abbia voluto mettermi al corrente dei suoi pensieri per me è una grande gioia. Pensare che una cosa scritta da me abbia causato una riflessione e la voglia di dirmelo è per me un processo di partecipazione a cui (credo) sia come drogata.

Grossa delusione quando trovo la cassetta (virtuale) della posta desolatamente vuota. Mi sento come quando mi ritrovai alla mia festa di compleanno con una torta, 14 candeline e nessuno con cui spegnerle.

Blogger e web writer. What else?
Articolo creato 1031

14 commenti su “… e se domani

  1. tranquilla credo che dietro quella torta dopo aver spento le candeline ci sarà sempre qlc1 a fare le foto della festa con te.
    sarebbe scontato…ma te l’ho mai detto che mi piace leggerti?

  2. adoro le fotografie. ne ho una anche di quel giorno. ad occhi chiusi. sai juliet anche per me e’ un piacere sapere che mi leggi. davvero.

  3. #GipuntoE si vede che non scateno la tua vena critica. non solletico le giuste corde. perchè quando la cosa ti interessa…eccoti qui!

  4. la curiosità della posta (vera e virtuale) ce l’ho anch’io. da sempre. col cellulare ho un rapporto conflittuale, a casa lo spengo del tutto (il mondo è fuori) ma la cassetta della posta la perquisisco sempre e poi con le email ci vivo (ci lavoro spesso) quindi ti capisco bene.
    Ciao

  5. #fabio la mia è una vera e propria mania. al lavoro credo che la mia vicina si è accorta che ho sempre la posta elettronica aperta. non capisce la storia dei due desktop (per fortuna) ma percepisce che spesso sono distratta. spero non mi passi mai 😀

  6. ta-daaaa ! io ero quello in ritardo alla festa, ero solo dietro la porta ad aspettare prima di entrare, timido ma presente! 🙂

    1. @fabio che pensiero dolce. credo di aver fatto pace con il mio passato, ma quel pomeriggio non lo dimentico…ore ad aspettare amiche che non arrivarono mai.

  7. Ricordo una cosa. Avevo letto questo post (ero già lettore della tua “stanza”) credo subito dopo la sua pubblicazione e mi ero ripromesso di commentarlo. Ecco, sono passati tre anni e ritrovo dentro di me, nascoste in qualche anfratto illuminato da una gialla luce nell’ombra del chiuso, le stesse emozioni…le riconosco. Troppe cose sono cambiate da allora. Ho conosciuto gente, ho visto posti nuovi, ho letto altri libri, ho lasciato spazio ad altre possibilità, ho detto addio troppo presto a un vecchio amico, e anche altro.

    >>”mi sento come quando mi ritrovai alla mia festa di compleanno con una torta, 14 candeline e nessuno con cui spegnerle.”

    Questa cara Marlene è l’acqua non versata nei nostri bicchieri di ogni giorno. Ricordo fu la frase che mi fece riflettere molto. Ci fa scendere dalle nostre autovetture, dalle nostre “precarie sicurezze” e ci induce a chiederci se sono reali quelle candeline che tutti noi, in modi e sembianze diversi, ci siamo trovati a spegnere da soli o se quello che oggi crediamo sia il nostro mondo sia in realtà una proiezione neanche troppo felice di quello che ci aspettavamo. Questo è quello che il tuo post mi fa scrivere oggi. Tre anni fa forse avrei scritto cose diverse. Io sto dalla parte delle candeline.

    1. @Rosario da dove comincio? in qualche modo tutti oggi siamo diversi da tre anni fa. eppure ci sono cose che non passano mai, che il tempo, le cose che facciamo, i posti che visitiamo, le persone che lasciamo non riescono a seppellire. dopo quel compleanno sono successe cose che forse non sarebbero successe se ci fosse stato con me qualcuno a spegnere quelle dannate, quattordici candeline. scrivo “forse” convinta che molto di quello che ci accade è in qualche modo già scritto da qualche parte. l’acqua non versata nel mio bicchiere è stata molta. poi ho buttato il bicchiere credendo di poterne fare a meno, cercando di fare da sola. mi sono aspettata talmente poco dalle persone che mi sono inaridita. qualcuno lo chiama cinismo. per me è stato il salvagente a cui aggrapparmi quando dimenticavo la lezione e cominciavo a chiedere ad altri un pezzo di felicità.

  8. Ci sono sparsi per il mondo, ad Helsinki ed a Portland, a Tokio ed a Montevideo, l’ho sempre creduto, e l’ho letto anche in molti libri, persone che vivono le stesse esistenze dove il termine esistenza butta giù la maschera e viene fuori l’esistenzialismo che poi colora tutto di noi. Trovo in quello che scrivi molto del mio quotidiano non metabolizzato, di quello che dimentico troppo in fretta, spesso volutamente, però che è stato parte della mia storia. Con i tuoi post mi trovo a dire: “ma anche io…”. E allora non sono il solo. Certo sarebbe interessante conoscere le nostre reciproche cose andate, per capire chi siamo lontano da noi stessi, con gli occhi uguali ai nostri ma di qualcun altro che ha vissuto le stesse cose, che ha visto gli asfalti rossi del sole pomeridiano delle nostre giornate da adolescenti e che si è lasciato sfuggire qualcosa sotto il portone di casa o rincorrendo col motorino qualcuno che poi è andato. C’è una strana alchimia nel passato che tu induci a ritrovare fra le mie cose perse di ieri.

    1. non ho mai dimenticato niente. anzi: c’è stato un tempo in cui raccontavo a tutti le brutte cose che mi erano capitate. poi ho capito che a nessuno importava, o peggio: non capivano. e ho smesso. ma in qualche modo dovevo metabolizzare, e scriverlo, metterlo fuori da me, mi ha aiutato a prendere le distanze. invece di scrivere fatti, mi libero piano piano delle emozioni negative che mi porto dentro, che mi fanno guardare il mondo attraverso la lente deformata dal disincanto, che spesso viene confusa con il pessimismo. se ti aiuta, scrivimi. e facciamo uno scambio di fatti ed emozioni. ci si sente davvero meno soli.

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: