Per mio padre ho fatto questa scenetta alla Feltrinelli:
Marlene (rivolgendosi ad un attempato ma aitante commesso della libreria, sfoderando il suo sorriso migliore e l’occhietto da gattina che fa le fusa) – scusi, cercavo quel libro nuovo, che è appena uscito, sui cognomi d’Italia –
Commesso – io l’unica cosa che ricordo è una enciclopedia della UTET sui nomi e cognomi –
Marlene (già in difficoltà sfoderando il sorriso da passaporto) – sa, ho visto la presentazione in tv la settimana scorsa. Non ricordo su che canale.
Gerente (non può essere così sicuro di sè un commesso a tempo determinato o interinale) – non ricorda il nome dello scrittore (girando il monitor verso la mia faccia) – a me risulta solo l’enciclopedia da 646 euro. –
Marlene (ormai rendendosi conto di poter essere inserita nelle peggiori 3 performance del cliente impossibile) – no, non ricordo l’autore … era un signore … –
Come colpito da un fulmine alla fine il libro me lo ha tirato fuori. Ovviamente, come pronosticato, il nostro cognome non c’era. In realtà nemmeno quello di mia madre.
E tutta questa scenetta per far capire a mio padre che il suo cognome sarà anche antico, ma certo non importante. Soprattutto mi ha lasciato in eredità un cognome che in Emilia fanno fatica a capire e non riescono a pronunciare, tanto da farmi sentire molto internazionale quando mi tocca farne lo spelling anche per lasciare il cappotto alla lavanderia.
Per il mondo ormai sono solo Marlene.
pensa che c’è uno psiconano in giro che si appropria del mio e lo spaccia per un appellativo qualunque…anche il tuo papà se nn sbaglio potrebbe usarlo
#juliet mi rendo conto solo ora che non conosco il tuo cognome…ma adesso lo immagino 😉 ma il mio papa’ no, quell’appellativo non ce l’ha