Ho deciso che sarei andata via di casa al più presto possibile. Da quando avevo 5 anni e senza aspettare il principe azzurro sul cavallo bianco (che se aspettavo lui magari diventavo vecchia, acida e rincoglionita). Da quando ho capito insomma che me la sarei dovuta cavare da sola sempre e che non c’era bisogno di starmene a casa per sentirmi dire che non valevo niente.
Casa non è mai stato per me un posto dove rifugiarmi quando la vita mi diceva di no. Famiglia non è mai stato genitori che ti danno una pacca sulla spalla quando ti capita di sbagliare. Mamma il generale di ferro a cui nascondere tutto.
Ancora oggi, nonostante anni di indipendenza, continuo a subire quello che io chiamo la sindrome del “mi hanno adottata”, quindi sono sempre lì che tento di dimostrare qualcosa, che cerco di non deludere e scontentare nessuno.
Ho paura del loro giudizio, ancora mi giustifico per scelte ed azioni, per lei fingo che vada sempre tutto bene.
Spesso mi sono interrogata sul che cosa possa essere mancato nel nostro rapporto, e non è molto tempo che ho trovato una risposta. Mi sono mancati gli abbracci, mi sono mancate manifestazioni di affetto, mi sono mancate parole di conforto.
Niente altro.
Per il resto non mi è mai mancato nulla.
So anche che fra qualche ora arriveranno a casa e si fermeranno per un po’.
Un po’ abbastanza lungo da gettare nello sconforto anche gatto Eddie che (sarà solo un caso?) si è buttato è caduto giù dal balcone tutte e due le volte che lei è venuta a farci un po’ di compagnia.
La famiglia è ariosa come una camera a gas.
Saluti
per la serie: chi respira muore 🙂
so che non sono l’unica a provare questo tipo di sensazioni, ma un po’ di sfogo mi faceva bene.