Non guardare, scappa

brutto anatroccolo

Mi piace sedermi nel treno e voltarmi di scatto guardandomi nel nero del finestrino. Non è per vanità.
Mi piace quell’attimo in cui il cervello non registra la mia immagine come conosciuta e posso per 30 secondi guardarmi come se fossi un’altra persona.

Mi serve per cercare di capire cosa attira gli sguardi nella mia direzione.

Non pubblico mai mie foto per svariati motivi. Uno di questi è che non mi ritengo assolutamente bella. E nelle foto percepisco di figurare ancora peggio. Da adolescente ho sprecato tutte le mie energie ad imitare le mie amiche invidiando la loro sicurezza, i loro fidanzati e la loro bellezza.

Quattro anni di psicoterapia e una seduta illuminante hanno rivalutato il mio rapporto con lo specchio. Ancora non siamo in sintonia, ma conviviamo meglio.

Quando mi guardo cosa vedo? Ho sempre le cuffiette dell’IPod nelle orecchie, una enorme borsa a tracolla e nelle mani un quadernetto Moleskine piccolo e nero su cui appunto pensieri a matita. Pensieri che a volte diventano post e che a volte vengono cancellati impietosamente.

Sarà questo che attira gli sguardi. Forse non un’estetica piacevole, ma come colonizzo l’aria che ho intorno. Non sono prosperosa e in più sono anche freddolosa. Non espongo nemmeno un centimetro di pelle al freddo di questi giorni. Indosso sciarpa, cappello e guanti. Sempre. Eppure sono sicura che mentre scrivevo un ragazzo seduto una poltrona più in là mi ha scattato una foto.
Mi spiace, lui non lo sa: ma io nelle foto vengo sempre malissimo.

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2 commenti su “Non guardare, scappa

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