Valigia pronta in corridoio.
Gatto che smiagola perché non vuole partire.
Chilometri da macinare sperando di non trovare traffico.
Dimentico sempre qualcosa.
Lo spazzolino. Il carica I-Pod. Una volta ho dimenticato di portare le mutande.
Dicono che chi dimentica un oggetto in una casa è perché dentro, in fondo in fondo a se stesso, vuole essere sicuro di avere una scusa per poter tornare.
In realtà non vorrei proprio partire.
Mi innervosisco come se dovessi andare a sostenere un’esame invece che tornare a casa da mamma e papà.
In teoria il posto dove poter essere se stessi, in pratica il teatro per eccellenza.
Aspetto un Oscar a breve.
Vi invito tutti alla mia premiazione come miglior attrice protagonista e sceneggiatrice dei giorni più impegnativi da superare.
L’autostrada nella nebbia

nebbia, autostrada, genitori e parenti che aspettano che tu vada a trovarli. Anch’io sotto le feste vivo questo momento con un certo disagio, mentre vorrei anche riposarmi e cazzeggiare come si deve, ma penso che forse loro non aspettano altro… e che non hanno altro che la nostra compagnia per ormai pochi momenti. L’altro problema e’ tornare e rivedere amici magari per poche ore e non riuscire a raccontarsi tutto, e non avere sempre voglia di farlo… e comunque non in un periodo prestabilito.
Ogni Natale va in scena,come richiede la tradizione,”La Cantata dei Pastori”.Si recita il copione,si interpreta la finzione,si spera nell’applauso.Poi si chiude il sipario e si ritorna alla propria casa,giurandosi,per il prossimo anno,un Natale diverso.Proposito che puntualmente evaporerà,al termine dell’anno successivo.
ehi tranquilla…a nessuno piace tornare a casa… specialmente quando altrove si sta meglio..ma se me lo dicevi prima cercavo l’oscar…a stasera.