Nelle prime pagine, mentre ci presenta i personaggi della storia e li colloca al loro posto, come le statuine di un presepio, sembra di essere lì, con loro.
La forza narrativa è talmente forte che sembra manchi il fiato dal caldo, sembra di essere immersi nell’aria calda e umida di Massaua a boccheggiare insieme a loro.
Piano piano i personaggi si intrecciano dando vita ad uno spaccato di vita da colonia, quando l’Italia in piena espansione coloniale si sentiva al centro del mondo.
Perché qua e là Lucarelli dissemina indizi storici, tesse la trama di vicende personali sul telaio della storia vera.
Amore, morte, tradimenti mescolati a piccole perle di coraggio ed eroismo.
Fino all’epilogo tragico, evocato da una parola “Adua”, annunciato già qualche pagina prima della fine.
Nessun vincitore, si rimane tutti sconfitti dalla vita, tutti tranne i buoni.
“[…] ci siamo andati impreparati, mal comandati e indecisi e quel che è peggio senza soldi. Fidando nella nostra fortuna, nell’arte di arrangiarsi e nella nostra bella faccia. Lo abbiamo fatto per dare un deserto alle plebi diseredate del Meridione, un sfogo al mal d’Africa dei sognatori, per la megalomania di un re e perché il presidente del Consiglio deve far dimenticare scandali bancari e agitazioni di piazza. Ma perché le facciamo sempre così, le cose, noi italiani?”
Queste le parole di uno dei protagonisti.
Lettura consigliata per chi ha voglia di pescare un po’ nel torbido.
Circa un mesetto fa ero in una zona periferica di Modena,nei pressi della Fiera.D’un tratto,mentre ero preso dai miei pensieri,mi sfila davanti,a piedi,Carlo Lucarelli.Vestito scuro e valigetta in mano.Una situazione quasi surreale.Sembrava di vedere un immagine di “Blu Notte”,una di quelle inquadrature in cui se ne va in giro sui luoghi grigi di chissà quale delitto irrisolto.Venuto dal nulla e nel nulla repentinamente scomparso.Sono certo che fosse lui,l’ho visto una volta da vicino in un incontro in un circolo Arci e gli feci anche una domanda sulla strage di Bologna.L’unica cosa di cui non sono certo è che tutto ciò sia accaduto davvero.
io gli avrei fatto lo sgambetto, per poi scusarmi e offrirgli un caffè.
La tentazione mi è venuta,ma ho avuto paura che nella prossima puntata di “Blu Notte” l’assassinio di cui avrebbe raccontato sarebbe stato il mio 🙂
sai che puntatone? un omicidio raccontato in prima persona. saresti diventato immortale.
Immortale è colui che non muore.
…o colui che rimane nella memoria collettiva?
No.Quello è un morto che è rimasto nella memoria collettiva.