Andy Warhol, lui si che aveva capito tutto

inferno

Ritorno nel mio anonimo pezzettino di rete dopo essermi fatta regalare un po’ di visibilità dai Corona’s.
Ritorno nel mio ufficetto ad arrostire (causa guasto condizionatore) a farmi fare compagnia da Adolf e dai suoi discorsi surreali.

Adolf: è morto il gatto della collega?
Marlene: si poverino. Aveva solo 5 anni
A: come è morto? L’ha tirato sotto una macchina?
M: No. È morto di tumore
A: Perchè? Anche ai gatti vengono i tumori?
M: …

(Di cosa pensa siano fatti i gatti? Di materiale non riciclabile? O forse crede siano davvero degli alieni)

Oppure discorsi come questo:

Marlene: mi si è rovesciata la bottiglia d’acqua nella borsa. Meno male ho sempre con me questo sacchettino di stoffa. Carino vero? L’ho preso a Praga. Sopra ci sono degli animaletti che ballano sul ponte Carlo.
Adolf: si…carino. Il problema di queste cose è che sono belle quando le compri che sei in vacanza, poi quando le porti a casa…
M: …

(Attendo inutilmente che chiuda la frase, la imploro con gli occhi, ma lei nulla. Si volta. Si rimette a lavorare. Quando le porti a casa cosa? Scopri che ti hanno truffata e venduto un oggetto di cui è pieno il mercatino delle pulci? Scopri che non si addice ai mobili di casa? Scopri cosa? Cosaaaa????????)

Diciamo che dopo illuminanti discorsi come quelli riportati, la possibilità che si apra sotto la mia sedia la bocca dell’Inferno, tanto da giustificare il caldo che sto patendo, sarebbe un fantastico diversivo.
Perchè si sa: l’Inferno è noto per la migliore compagnia dell’aldilà.

Photo by Master Wen on Unsplash

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10 commenti su “Andy Warhol, lui si che aveva capito tutto

  1. O__O
    Non ho parole…. a parte quella sui gatti in materiale non riciclabile che mi ha fatto rotolare!!
    per il caldo coraggio, fai come me, pensati distesa al sole in riva ad una mare caraibico…

  2. conto i giorni che mi separano dalle vacanze…azz! due mani non bastano. A.A.A. cercasi collega con Q.I. nella media per condividere gioie e dolori di un lavoro niente male. astenersi perditempo.

  3. quando le porti a casa….? allora! la chiudiamo una frase UNA??

    io avrei chiosato:”….quando le porti a casa mordono? ti salutano? cagano??? insomma cosa caspita succede????”

    che pazienza…., il mio misero IQ se vuoi è tuo!
    😀

  4. juliet un paio di mesi fa ho cambiato ufficio, e lei faceva già parte dell’arredamento.
    fabio gentile come sempre, ma credo che fare l’insegnante dia maggiori soddisfazioni (o no?)

  5. In seguito a sommaria presa visione deduco che:1)Anche tu sei meridionale emigrata all’estero.2)Sei emigrata nel mio stesso “estero”.3)Ti pregi anche tu di condividere parte significativa del tuo tempo con collega inetta,ignorante e prevenuta.Ergo,propongo scambio temporaneo di colleghe onde verificare se esiste possibilità di potenziale aggravio di posizione.Uno dei due potrebbe uscirne sollevato.(L’altro,tutt’al più rassegnato).

  6. Anche io sono senza condizionatore (è rotto e non si trova uno straccio di tecnico pronto ad aggiustarlo) e vivo in Mansarda.

    Quando compri qualcosa in vacanza non è importante secondo me che ritrovi la stessa cosa nel mercatino delle pulci sotto casa ma il souvenir è il ricordo di un momento bello.

    Clelia

  7. benvenuto piermatteo 😀

    Jaenada, credo che un pizzico di rassegnazione e scrittura catartica aiutino entrambi. buona fortuna anche a te.

    clelia ovunque vado compro qualcosa. un po’ perchè il rivederlo mi riporterà sempre alla mente i bei momenti passati, e poi che vacanza è senza un po’ di shopping? (e qui la mia anima shopaolic ha preso il sopravvento)

Sono curiosa di sapere cosa ne pensi

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