Il pranzo aziendale è fatto.
Sorvolerò sul locale minimal chic, sui piatti raffinati dal gusto improponibile, e sulle porzioni da modella anoressica. E anche sul fatto che dopo il circo siamo dovuti tornare a lavorare nonostante fossero quasi le cinque e mezza.
Quello che mi ha fatto veramente sentire come Paperino in ogni sua storia è stato il momento del regalo: montagna di pacchetti tutti colorati, ognuno che pesca a caso, tutti contenenti pochette con profumo e crema profumata.
Chi ha beccato il profumo di Roberto Cavalli, chi J’adore o Hipnotic Poison di Dior, chi ha pescato Ferrè, e cosa mi ha regalato la mia manina sfortunella? Una pochette di vernice rossa di mano cinese sconosciuta, e il profumo L’Istant de Guerlain con la sua cremina profumata al seguito.
E ho riconosciuto lo sguardo della compassione che mi hanno riservato le colleghe intorno.
Stasera mi sento molto la figlia di Fantozzi
