In questo film scritto, diretto e interpretato da Johnny Deep ho visto l’attore che conosco, ma calato in un film che mi è piaciuto poco. Molto probabilmente sull’onda dell’interpretazione in Dead Man di Jim Jarmusch (1995) si sarà appassionato ai nativi americani e ha confezionato questo lungometraggio. Identico il viaggio verso la morte che compie il protagonista, diversa la prospettiva. La storia è triste, l’ambientazione squallida, il tutto reso con un ritmo lento. Dove in Dead Man il silenzio è carico di intenti, qui annoia a morte.
D’altra parte però parla anche di una civiltà arresa, persa, allo sbando, che mescola la credenza popolare (la ricerca degli spiriti che compie con il padre) alla religione cattolica di importazione senza trovare le risposte che cerca né in una né in un’altra, lasciandosi quindi morire, nella speranza che il suo sacrificio possa essere d’aiuto per il riscatto morale della sua famiglia.
L’interpretazione di Deep è sempre convincente e concordo con Tim Burton quando dice che lo ha scelto, e continuerà a sceglierlo per i suoi film, perché mentre la maggior parte degli attori è sempre se stesso e ci costruisce su il personaggio, Johnny sa trasformarsi in quello che vuole.
Qui vorrei mettere il link ad una delle tante poco lusinghiere recensioni che si trovano in rete, ma è difficile scegliere.
Piuttosto lascio il link alla trama, che, come al solito, non vi racconto.
Il coraggioso (1997)
