Mentire: che passione

mentire

Mi sono presentata in rete come bugiarda. Scrivendo mi sono resa conto che il termine non è proprio esatto.
Etimologicamente parlando la parola “bugiardo” si presume derivi dalla parola tedesca che sta per maligno, o direttamente da bugia col suffisso dispregiativo -ardo : chi dice bugie, falso, detto di cose la cui apparenza è ingannevole.
Dal De Mauro: bugiàrdo agg., s.m.
1 agg., s.m. AU che, chi dice una bugia o ha l’abitudine di dire bugie: persona bugiarda, è un incorreggibile b.; dare del b. a qcn., accusarlo di mentire | BU far b. qcn., sbugiardarlo; restare, rimanere b., venire sbugiardato
2 agg. CO che contraddice la verità, falso: parole, scuse, lacrime bugiarde
3 agg. LE estens., ingannevole, illusorio: al tempo degli dei falsi e bugiardi (Dante)
4 agg. OB sleale, fedifrago
Rileggendomi mi sono accorta che in realtà ho avuto tanta poca stima di me stessa tanto da nascondere quello che ero [sono] realmente, dissimulando. Non racconto cose non vere. Piuttosto omettendo, che mi riesce sempre bene.
Quando è iniziato questo processo? A 10 anni, in quinta elementare. È coinciso con il trasloco e la morte della nonna, con conseguente chiusura di mia madre in se stessa, che si è dimenticata di avere delle figlie a cui badare.
A 10 anni ho fatto per la prima volta filone a scuola. Quel giorno c’era la supplente, una compagna di classe aveva un bar in paese, per me una specie di paese dei balocchi dove non potevo entrare, e noi ci siamo defilate passando tutto il giorno fra flipper, succhi di frutta, patatine e biliardo.
Di quello sciagurato anno ricordo anche lo svolgimento di un tema: “Torno a casa e mi accoglie il sorriso della mamma”, da svolgere in occasione di una di queste ricorrenze balorde come san valentino, e le varie feste dei parenti che hai tutto il giorno sotto il naso: nonni, mamma, papà. Come potevo raccontare che mia madre non mi accoglieva, che semplicemente per lei non esistevo, che vestita di nero vagolava per casa dimenticandosi di essere al mondo? Potevo? Ma ancora di più ricordo lo sghignazzare di mia madre mentre leggeva il cumulo di bugie che avevo scritto. Ora mi rendo conto che più che bugiarda con cattiveria, mi sono difesa vergognandomi della mia situazione. E da lì in poi sono diventata bugiarda di professione. Piccole romanziere crescono.

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3 commenti su “Mentire: che passione

  1. Qui “sento” di poter dire la verità. Qui non sento la necessità di mentire. Non è una questione di identità. Cioè: gli altri, quelli della vita “reale” mi “conoscono” con loro sono falsa. E’ una questione di opportunità. Ho imparato a dissimulare e omettere per quieto vivere, ormai di persona mi viene spontaneo, come una deformazione mentale. Qui ho deciso di essere io, a prescindere dal giudizio. Siete reali come gli altri, ma se non vi piaccio potete cambiare blog e siamo a posto (l’ho anche scritto all’inizio), nella vita che vivo se scopro di non piacere a qualcuno ci soffro troppo.

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