Così come la famiglia “tradizionale” non detiene l’esclusività della parola amore, così le convivenze non possono essere considerate diverse da loro.
Non deve essere d’accordo chi ha montato i due servizi di Rai 1 ieri sera: uno mostrava una famiglia che andava al family day, l’altro mostrava una coppia civile che andava al coraggio laico.
La prima: mamma, papà, 7 figli. Il servizio si apre sui bambini pronti per andare, con il papà che li aiuta a sistemarsi, e tutti sorridenti si avviano in corteo, insieme ad altre decine (centinaia?) di persone (famiglie) con chitarre, cantando, leggeri e positivi.
La seconda: cucina di casa, due persone serie che spiegano i motivi dell’unione civile, rapida carrellata sui due bambini che mangiano (soli e tristi) in cucina, saluto sotto casa dove, sempre soli, si avviano alla manifestazione.
Mi viene da pensare che la famiglia cattolica sia più felice e serena dell’altra, e mi viene voglia di nascere lì, non in quella musona e pragmatica.
Perché la famiglia creata da un rito cattolico deve avere più peso di un’altra. Perché una famiglia creata da rito cattolico deve avere più diritti civili di un’altra. Perché una famiglia creata da un rito cattolico deve avere migliore sostegno dallo stato, il cui bene dovrebbe essere la collettività.
È come dire che se mi diplomo in una scuola parificata cattolica ho più diritti di uno che si diploma in una scuola statale.