A volte basta poco.
Basta avere la casa tutta per sé, non essere troppo stanchi dopo una normale giornata di lavoro, basta che in televisione non ci sia quel programma che proprio non voglio perdere, che mi fa impigrire e poi addormentare sul divano.
Basta non avere i panni da stirare, basta non avere voglia (almeno per una sera) di togliere gli avanzi della cena dalla tavola per trovare tutto in ordine domani mattina, che poi non ho tempo, basta avere avuto il tempo di tirare via il trucco e il tacco della giornata ed essere comodamente in pigiama.
A volte basta poco.
E pensare che quando vivevo con i miei ho fatto di tutto per andare via.
E pensare che anche la soluzione della stanza singola nell’appartamento vicino all’università mi stava stretto.
Io volevo la mia indipendenza.
Ho messo centinaia di kilometri fra me e i miei genitori, ho messo milioni di anni luce fra la mia vita “prima” e la mia vita “dopo”.
… che sia stata la scelta giusta.
Il prima era caotico, sempre con la valigia pronta sotto il letto, sempre in una stazione, sempre di corsa. Spesso ero in lacrime. Mi sentivo piena di responsabilità. E non le volevo. Vivevo di notte, vedevo l’alba, sapevo un sacco di cose, ero sempre informata, mi sentivo ignorante e allora studiavo di più. Fuggivo. Scappavo dagli altri, scappavo da me. Conoscevo un mucchio di persone, ero sempre sola. Correvo.
Poi il traguardo. E invece che una fine ecco un nuovo inizio. L’unica cosa che conservo sono i tatuaggi.
Che mi ricordano chi sono.
Ma solo se sono nuda. E mi guardo allo specchio.